09/05/2018

Europa. Fico: Modello Erasmus per avvicinare cittadini all'Europa

Dichiarazione del Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, sul "Giorno dell'Europa", in ricordo della dichiarazione che il Ministro degli esteri francese Robert Schuman presentò il 9 maggio 1950 per la creazione di una prima stretta integrazione europea. "Questa ricorrenza deve costituire l'occasione per riavvicinare tutti i cittadini all'Europa e coinvolgerli concretamente in una riflessione non rituale sul suo stato e sulle sue prospettive. Ciò impone certamente di ricordare i benefici prodotti dall'integrazione europea in quasi settant'anni: pace, stabilità, rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, promozione della democrazia e dello Stato di diritto, sviluppo economico, standard elevati ambientali di tutela della salute e dell'ambiente, mobilità dei lavoratori e degli studenti. Ma oggi è necessario, anche e soprattutto, interrogarsi sulle ragioni per cui, malgrado questi risultati, l'Unione è investita da una grave e persistente crisi di fiducia. I cittadini percepiscono l'Europa come autoreferenziale e incapace di fornire risposte alle aspettative e ai bisogni primari dei cittadini, di affrontare adeguatamente le sfide globali. Vedono che le principali scelte politiche e persino legislative sono assunte nella sostanza secondo le logiche del compromesso intergovernativo piuttosto che dell'interesse comune. Per rilanciare il processo di integrazione occorre dunque ripristinare la fiducia dei cittadini, ridefinendo in coerenza con le loro istanze gli obiettivi delle politiche e della legislazione europee: abbiamo bisogno di un'Unione solidale che non lasci indietro nessuno: Stato, gruppo sociale o persona. Un'Unione che non si limiti soltanto a vigilare sulla stabilità delle finanze pubbliche e del sistema bancario ma sappia anche e soprattutto promuovere una crescita duratura e sostenibile e una occupazione di qualità, stimolando gli investimenti. Un'Unione che stabilisca obiettivi e parametri in materia di inclusione sociale e lotta alla povertà dotati della stessa cogenza di quelli di bilancio, che gestisca, come previsto dai Trattati, i flussi migratori secondo principi di solidarietà ed equa condivisione degli oneri. Che promuova la competitività di tutte le imprese europee nei mercati globali e consideri prioritario, nell'ambito dell'Unione bancaria, proteggere i risparmiatori; che assicuri la sicurezza interna e contribuisca alla stabilità dei Paesi vicini. In altri termini: - piuttosto che proporre dall'alto la creazione di nuovi organi o rivendicare astrattamente "più Europa" o "meno Europa" - occorre recuperare proprio lo spirito della Dichiarazione Schuman che celebriamo oggi: procedere verso una maggiore integrazione europea attraverso "realizzazioni concrete che creino una solidarietà di fatto" tra i Paesi e i cittadini europei. Esemplare in questo senso è il Programma Erasmus che in trent'anni ha permesso a oltre 4 milioni di giovani di studiare e formarsi nelle università di altri Paesi membri, allargandone gli orizzonti culturali e linguistici, promuovendone la crescita personale e le prospettive di lavoro. Ogni anno in media circa 30 mila giovani italiani beneficiano del programma mentre le nostre università ospitano 20 mila studenti stranieri. Ho un ricordo molto bello del programma Erasmus grazie al quale frequentai la Facoltà di Scienze Sociali di Helsinki, dove lavorai anche per l'ufficio universitario dedicato agli studenti stranieri. Un'esperienza che mi ha arricchito molto personalmente, sia per l'opportunità di seguire il mio percorso di studi in un altro Paese sia per la possibilità di confrontarmi con docenti e studenti di diverse nazionalità. Sono progetti come Erasmus che possono dimostrare concretamente ai nostri cittadini, soprattutto a quelli più giovani, il valore aggiunto dell'Europa e sviluppare una reale cittadinanza europea, intesa quale condivisione di identità, valori e conoscenza reciproca. Ed è dunque su questi progetti che l'Unione europea deve concentrare risorse adeguate, anche nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale. Va dunque considerata con favore la recente proposta della Commissione europea di raddoppiare la dotazione del bilancio dell'UE riservata al programma Erasmus+, passando dai 14,8 miliardi del periodo 2014-2020 a 30 miliardi nel quadro finanziario 2021-2027".