15/11/2018
Montecitorio, Sala della Lupa

Presentazione del IX Atlante dell’infanzia a rischio ‘Le periferie dei bambini’, di Save the Children

Buongiorno a tutti e a tutte.

Ringrazio per l'invito a partecipare alla presentazione dell'Atlante dell'Infanzia a rischio, il Presidente di Save the Children, Claudio Tesauro e il direttore generale Valerio Neri.

Quello che affrontiamo oggi è un tema di una delicatezza estrema. Perché riguarda i bambini, la nostra capacità di tutelarli e di dar loro tutti gli strumenti e le opportunità per crescere in modo sereno e poter costruire il proprio futuro.

La presentazione di oggi si svolge peraltro a pochi giorni dall'anniversario - il 20 novembre - dell'approvazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ONU, che ha sancito principi fondamentali.

L'Atlante dell'infanzia ci dice purtroppo che molto lavoro resta da fare per garantire nel nostro Paese il pieno rispetto dei principi della Convenzione e degli stessi principi della nostra Costituzione, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e della Convenzione europea per i diritti umani.

Basta vedere un dato, quello sul numero di bambini e adolescenti che vivono in povertà assoluta: 1,2 milioni. Nel nostro Paese un minore su 5 si trova in condizioni di povertà relativa.

Non sono più confortanti le prospettive per il futuro: chi ha oggi meno di 17 anni ha una probabilità di diventare povero cinque volte più alta rispetto ai propri nonni.

Fortissimi sono poi i divari, in termini non soltanto economici ma anche di opportunità educative e culturali, tra minori appartenenti a diverse fasce sociali e che vivono in diversi territori.

Mi preoccupa molto, in particolare, l'evidente svantaggio per i bambini e gli adolescenti che abitano nelle "periferie", intese non soltanto come aree distanti dal centro città, ma come zone che presentano situazioni di degrado o gravi carenze in termini di risorse economiche e culturali, di accesso all'istruzione e dei servizi, di qualità degli spazi verdi e ricreativi, di trasporti e di sicurezza.

All'interno di una stessa città, l'acquisizione delle competenze scolastiche da parte dei minori (e non solo) segna divari rilevanti. Cito, a questo riguardo, alcuni dati che concernono la mia città, Napoli: le persone comprese tra i 15 e i 52 anni senza diploma di scuola secondaria di primo grado sono il 2% al Vomero e quasi il 20% a Scampia. Nei quartieri benestanti a nord di Roma i laureati sono 4 volte quelli delle periferie esterne o prossime al raccordo nelle aree orientali della città. A Milano, a Pagano e Magenta-San Vittore i laureati sono 7 volte quelli di Quarto Oggiaro.

Mi soffermo nuovamente sul Mezzogiorno per segnalare un altro dato che lascia sconcertati: nelle aree metropolitane del Sud i bambini e gli adolescenti che non svolgono attività ricreative e culturali raggiungono il 77,1% del totale.

Siamo dunque di fronte a un vero e proprio circolo vizioso, un quadro inaccettabile. Tutte le Istituzioni sono chiamate in causa affinché i diritti dell'infanzia nel nostro Paese siano effettivamente rispettati. Ed affinché si investa adeguatamente sulle nuove generazioni.

Esistono certo già organismi specifici che hanno operato e operano con grande impegno in questa direzione. Penso alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, che proprio ieri si è ricostituita e che sono certo potrà svolgere i propri compiti anche sulla base degli elementi di conoscenza e valutazione offerti da Save the Children e da altri operatori del settore. Allo stesso modo porterà avanti il suo lavoro l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.

Mi preme però ulteriormente sottolineare che occorre creare le condizioni per cui ogni bambino possa crescere in un ambiente sano, ricco di opportunità educative, ricreative, culturali e, in prospettiva, occupazionali.

Tutti gli sforzi devono andare in tal senso, perché si attui un generale miglioramento delle situazioni economiche e sociali delle famiglie e del contesto ambientale in cui vivono.

Per questo è indispensabile che il Parlamento progetti e ridisegni a dimensione di bambino e di adolescente le politiche urbane, quelle dell'istruzione e della cultura, dello sport, dei trasporti, dell'ambiente, dell'integrazione, della sicurezza e della giustizia.

Prima di concludere, voglio sottolineare quanto sia importante porre in essere, soprattutto in contesti difficili - penso ad alcuni quartieri della mia città - misure di prevenzione della devianza minorile e di recupero dei minori che hanno commesso reati.

La scolarizzazione, la presenza di assistenti sociali, il presidio culturale sul territorio sono gli unici strumenti attraverso i quali lo Stato può impedire che la criminalità occupi i vuoti, anche esistenziali e familiari, di cui sono vittima i giovani delle aree più degradate delle nostre città.

Per quanto riguarda il recupero, sono convinto che nel caso dei minori è infatti ancor più forte l'esigenza di considerare la pena essenzialmente in chiave di rieducazione, come stabilito dalla Carta costituzionale.

In questa chiave, lo scorso 25 settembre ho firmato con il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e con il Ministro della Giustizia, un Protocollo d'intesa "Percorsi di cittadinanza. La Camera incontra i giovani", volto a promuove incontri sull'educazione alla legalità e sulla Costituzione negli istituti penali minorili.

È tuttavia evidente che nessun intervento delle Istituzioni potrà consentire una piena tutela dei diritti dell'infanzia se non accompagnato a un grande impegno degli attori non istituzionali, a partire da organizzazioni come Save the Children, e dei cittadini.

Grazie.