Presentazione della relazione annuale dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali
Buon pomeriggio a tutti e a tutte.
Saluto e ringrazio il Presidente Soro e tutti i componenti del Garante per la protezione dei dati personali.
E saluto i ministri e i colleghi parlamentari presenti.
Procediamo oggi per la prima volta - dopo l'adozione delle misure di prevenzione necessarie per l'emergenza COVID 19 - alla presentazione alla Camera dei deputati della relazione annuale di una delle autorità indipendenti.
Una presentazione che avviene, pertanto, secondo modalità particolari rispetto agli anni passati, senza dunque pubblico, ma che può essere seguita da tutti grazie alla trasmissione in diretta sulla WebTv della Camera.
Considero molto importante essere riusciti, malgrado questi vincoli e le restrizioni imposte dalla prevenzione della diffusione del contagio, ad assicurare che anche quest'anno la relazione del Garante alle Camere e al Governo, come quella di altre Autorità indipendenti, possa tenersi in Parlamento come sempre avvenuto in passato.
Possiamo così fare regolarmente il punto, in questa sede, sull'esercizio delle rilevanti competenze attribuite nel nostro ordinamento al Garante per la protezione dei dati personali e alle altre autorità.
Competenze che - voglio sottolinearlo - sono decisive per la tutela di diritti fondamentali e per assicurare la coerenza dell'attività della pubblica amministrazione, dei settori economici, dell'intera società italiana con i principi costituzionali nazionali e con i principi europei.
A mio avviso queste funzioni diventano ancora più cruciali e delicate nella fase attuale. L'emergenza sanitaria, infatti, ha reso inevitabile un complesso bilanciamento tra la protezione della salute pubblica e la piena esplicazione dei diritti e degli interessi costituzionalmente protetti.
Se spetta in prima battuta al Legislatore stabilire questo bilanciamento, è poi decisiva la funzione di attuazione e vigilanza svolta dalle autorità nei casi concreti.
In questo ambito il Garante ha esercitato e sta esercitando validamente i suoi compiti, contribuendo ad assicurare il contemperamento tra la salute pubblica e le relative misure di prevenzione e sorveglianza sanitaria, da un lato, e la tutela della riservatezza e dei dati personali, dall'altro.
Il Presidente Soro potrà sicuramente illustrarci questo aspetto più in dettaglio. Ma tengo a ribadire il mio apprezzamento per il ruolo prezioso del Garante ai fini della predisposizione della portata e dell'ambito delle disposizioni legislative e non legislative adottate nel corso dell'emergenza.
Ciò non soltanto con riguardo alle questioni relative alla raccolta e alla comunicazione di dati personali connessi al contenimento e al tracciamento del contagio, come ad esempio nel caso dell'applicazione Immuni, dei test di sieroprevalenza o delle misure di sicurezza sanitaria sui luoghi di lavoro.
Ma anche con riferimento ad ulteriori aspetti che riguardano la vita di tutti i cittadini, compresi i più giovani, come le modalità di utilizzo delle tecnologie per la didattica on line, lo svolgimento dei processi penali a distanza o l'erogazione di misure di sostegno economico a imprese e cittadini.
E considero molto significativo che il Garante abbia svolto questa funzione sia attraverso i canali consolidati - provvedimenti, pareri, audizioni innanzi alle commissioni parlamentari - sia attraverso la pubblicazione nel suo sito di risposte ai quesiti più frequenti di cittadini e imprese. In questo modo tutti sono stati informati degli strumenti di tutela dei propri diritti ed hanno potuto segnalare dubbi e anomalie.
Credo infatti che sia essenziale, soprattutto in fasi delicate e inedite come quella che stiamo vivendo, che le autorità pubbliche sappiano anche ascoltare e rassicurare le persone. Essere vicine a chi è in difficoltà, a chi ha paura o semplicemente non possiede strumenti di conoscenza adeguati e di prima mano.
La Relazione che viene presentata oggi ci dà conto accuratamente anche delle altre grandi questioni che il Garante ha affrontato ed affronta nella sua attività ordinaria.
Voglio richiamarne alcune che si impongono per la loro rilevanza anche al Legislatore e al dibattito pubblico.
La prima attiene all'applicazione del nuovo Regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Unione Europea, entrato in vigore nel 2018, che ha rafforzato la disciplina in materia, calandola ulteriormente nella quotidianità della vita dei cittadini, di imprese e pubbliche amministrazioni.
Anche in questo caso occorre riconoscere che il Garante - oltre ad assicurare l'applicazione di norme nuove e complesse - ha svolto una importante opera di divulgazione delle stesse, attraverso i vari canali di comunicazione istituzionale, tra tutti i soggetti interessati.
Un metodo che a mio avviso deve essere esemplare anche nella fase di rilancio della nostra economia dopo la crisi provocata dalla epidemia: la ripresa delle attività produttive va accompagnata anche riducendo gli oneri amministrativi e regolamentari. E ciò implica non soltanto la scrittura di norme più semplici e chiare ma anche la capacità di rendere intellegibile per tutti la portata e il significato del quadro normativo esistente.
Una seconda serie di questioni affrontate nella Relazione concerne il rapporto tra la diffusione sempre più massiccia delle tecnologie dell'informazione e di Internet in ogni ambito del tessuto economico e sociale con tutti i rischi e le opportunità che ciò comporta per la tutela dei dati e delle informazioni digitalizzate.
Due sono gli aspetti toccati nella Relazione che voglio richiamare. Anzitutto la questione della regolamentazione dell'uso di messaggi politici e propagandistici inviati agli utenti elettori dei social network e delle piattaforme di messaggistica da parte di partiti, movimenti politici, comitati promotori, sostenitori e singoli candidati.
L'altra concerne più in generale l'evoluzione della data economy e dei Big Data che - accanto a grandi opportunità e vantaggi per i singoli e la collettività - presenta anche evidenti pericoli in relazione alla raccolta dei dati online per finalità di marketing e profilazione e alla remunerazione dei dati stessi.
Credo che il legislatore, nazionale ed europeo, e le autorità garanti siano chiamate con urgenza a definire un bilanciamento avanzato fra i diversi valori e principi in gioco.
Concludo con un impegno che credo di poter assumere anche a nome del Presidente del Senato Casellati.
Siamo tutti consapevoli che il Collegio del Garante, eletto nel 2012, avrebbe dovuto esaurire lo svolgimento delle proprie funzioni il 19 giugno 2019 ma è stato prorogato per quattro volte, da ultimo nello scorso marzo, sino a 60 giorni dalla cessazione dello stato di emergenza decretato dal Governo per far fronte all'epidemia Covid.
Siamo molto grati ai componenti del Collegio che hanno continuato in questi mesi la loro intensa e preziosa attività.
Posso assicurarvi che il Presidente Casellati e io faremo tutto quanto rientra nel nostro ruolo affinché la nomina del nuovo Collegio avvenga il prima possibile.
Presentazione della relazione annuale dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali
Buon pomeriggio a tutti e a tutte.
Saluto e ringrazio il Presidente Soro e tutti i componenti del Garante per la protezione dei dati personali.
E saluto i ministri e i colleghi parlamentari presenti.
Procediamo oggi per la prima volta - dopo l'adozione delle misure di prevenzione necessarie per l'emergenza COVID 19 - alla presentazione alla Camera dei deputati della relazione annuale di una delle autorità indipendenti.
Una presentazione che avviene, pertanto, secondo modalità particolari rispetto agli anni passati, senza dunque pubblico, ma che può essere seguita da tutti grazie alla trasmissione in diretta sulla WebTv della Camera.
Considero molto importante essere riusciti, malgrado questi vincoli e le restrizioni imposte dalla prevenzione della diffusione del contagio, ad assicurare che anche quest'anno la relazione del Garante alle Camere e al Governo, come quella di altre Autorità indipendenti, possa tenersi in Parlamento come sempre avvenuto in passato.
Possiamo così fare regolarmente il punto, in questa sede, sull'esercizio delle rilevanti competenze attribuite nel nostro ordinamento al Garante per la protezione dei dati personali e alle altre autorità.
Competenze che - voglio sottolinearlo - sono decisive per la tutela di diritti fondamentali e per assicurare la coerenza dell'attività della pubblica amministrazione, dei settori economici, dell'intera società italiana con i principi costituzionali nazionali e con i principi europei.
A mio avviso queste funzioni diventano ancora più cruciali e delicate nella fase attuale. L'emergenza sanitaria, infatti, ha reso inevitabile un complesso bilanciamento tra la protezione della salute pubblica e la piena esplicazione dei diritti e degli interessi costituzionalmente protetti.
Se spetta in prima battuta al Legislatore stabilire questo bilanciamento, è poi decisiva la funzione di attuazione e vigilanza svolta dalle autorità nei casi concreti.
In questo ambito il Garante ha esercitato e sta esercitando validamente i suoi compiti, contribuendo ad assicurare il contemperamento tra la salute pubblica e le relative misure di prevenzione e sorveglianza sanitaria, da un lato, e la tutela della riservatezza e dei dati personali, dall'altro.
Il Presidente Soro potrà sicuramente illustrarci questo aspetto più in dettaglio. Ma tengo a ribadire il mio apprezzamento per il ruolo prezioso del Garante ai fini della predisposizione della portata e dell'ambito delle disposizioni legislative e non legislative adottate nel corso dell'emergenza.
Ciò non soltanto con riguardo alle questioni relative alla raccolta e alla comunicazione di dati personali connessi al contenimento e al tracciamento del contagio, come ad esempio nel caso dell'applicazione Immuni, dei test di sieroprevalenza o delle misure di sicurezza sanitaria sui luoghi di lavoro.
Ma anche con riferimento ad ulteriori aspetti che riguardano la vita di tutti i cittadini, compresi i più giovani, come le modalità di utilizzo delle tecnologie per la didattica on line, lo svolgimento dei processi penali a distanza o l'erogazione di misure di sostegno economico a imprese e cittadini.
E considero molto significativo che il Garante abbia svolto questa funzione sia attraverso i canali consolidati - provvedimenti, pareri, audizioni innanzi alle commissioni parlamentari - sia attraverso la pubblicazione nel suo sito di risposte ai quesiti più frequenti di cittadini e imprese. In questo modo tutti sono stati informati degli strumenti di tutela dei propri diritti ed hanno potuto segnalare dubbi e anomalie.
Credo infatti che sia essenziale, soprattutto in fasi delicate e inedite come quella che stiamo vivendo, che le autorità pubbliche sappiano anche ascoltare e rassicurare le persone. Essere vicine a chi è in difficoltà, a chi ha paura o semplicemente non possiede strumenti di conoscenza adeguati e di prima mano.
La Relazione che viene presentata oggi ci dà conto accuratamente anche delle altre grandi questioni che il Garante ha affrontato ed affronta nella sua attività ordinaria.
Voglio richiamarne alcune che si impongono per la loro rilevanza anche al Legislatore e al dibattito pubblico.
La prima attiene all'applicazione del nuovo Regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Unione Europea, entrato in vigore nel 2018, che ha rafforzato la disciplina in materia, calandola ulteriormente nella quotidianità della vita dei cittadini, di imprese e pubbliche amministrazioni.
Anche in questo caso occorre riconoscere che il Garante - oltre ad assicurare l'applicazione di norme nuove e complesse - ha svolto una importante opera di divulgazione delle stesse, attraverso i vari canali di comunicazione istituzionale, tra tutti i soggetti interessati.
Un metodo che a mio avviso deve essere esemplare anche nella fase di rilancio della nostra economia dopo la crisi provocata dalla epidemia: la ripresa delle attività produttive va accompagnata anche riducendo gli oneri amministrativi e regolamentari. E ciò implica non soltanto la scrittura di norme più semplici e chiare ma anche la capacità di rendere intellegibile per tutti la portata e il significato del quadro normativo esistente.
Una seconda serie di questioni affrontate nella Relazione concerne il rapporto tra la diffusione sempre più massiccia delle tecnologie dell'informazione e di Internet in ogni ambito del tessuto economico e sociale con tutti i rischi e le opportunità che ciò comporta per la tutela dei dati e delle informazioni digitalizzate.
Due sono gli aspetti toccati nella Relazione che voglio richiamare. Anzitutto la questione della regolamentazione dell'uso di messaggi politici e propagandistici inviati agli utenti elettori dei social network e delle piattaforme di messaggistica da parte di partiti, movimenti politici, comitati promotori, sostenitori e singoli candidati.
L'altra concerne più in generale l'evoluzione della data economy e dei Big Data che - accanto a grandi opportunità e vantaggi per i singoli e la collettività - presenta anche evidenti pericoli in relazione alla raccolta dei dati online per finalità di marketing e profilazione e alla remunerazione dei dati stessi.
Credo che il legislatore, nazionale ed europeo, e le autorità garanti siano chiamate con urgenza a definire un bilanciamento avanzato fra i diversi valori e principi in gioco.
Concludo con un impegno che credo di poter assumere anche a nome del Presidente del Senato Casellati.
Siamo tutti consapevoli che il Collegio del Garante, eletto nel 2012, avrebbe dovuto esaurire lo svolgimento delle proprie funzioni il 19 giugno 2019 ma è stato prorogato per quattro volte, da ultimo nello scorso marzo, sino a 60 giorni dalla cessazione dello stato di emergenza decretato dal Governo per far fronte all'epidemia Covid.
Siamo molto grati ai componenti del Collegio che hanno continuato in questi mesi la loro intensa e preziosa attività.
Posso assicurarvi che il Presidente Casellati e io faremo tutto quanto rientra nel nostro ruolo affinché la nomina del nuovo Collegio avvenga il prima possibile.
Vi ringrazio.