Videomessaggio del presidente Roberto Fico in occasione del settimo anniversario dell'uccisione di Andrea Rocchelli in Ucraina
Un saluto a tutti,
vi ringrazio per l'invito a partecipare a questo incontro per ricordare Andrea Rocchelli, ucciso da alcuni colpi di mortaio sparati su un gruppo di cinque civili inermi di cui faceva parte nei pressi di Sloviansk in Ucraina.
A distanza di sette anni da quel tragico 24 maggio 2014 è ancora forte e viva la commozione per la perdita di Andrea, così come è difficile rassegnarsi all'idea che, insieme a lui, sia stata spenta una delle voci dell'informazione libera e indipendente.
Andrea era un reporter che raccontava la scellerata guerra civile che si stava consumando in Ucraina. Tenere sempre vivo il suo ricordo è dunque importante anche perché ci ricorda che i giornalisti sono ancora oggi in molte parti del pianeta oggetto di censure, intimidazioni, aggressioni e vere e proprie esecuzioni. Una violenza che, imbavagliando il diritto alla informazione, colpisce nel cuore la democrazia come pure i diritti e le libertà fondamentali.
Andrea Rocchelli, pur consapevole dei rischi affrontati, non ha mai rinunciato alla sua ambizione di conoscere e narrare la realtà, informandone l'opinione pubblica internazionale.
Abbiamo pertanto un profondo debito di riconoscenza nei suoi confronti che rende ancora più stringente il dovere di tutte le Istituzioni e della intera comunità di adoperarsi per la ricerca della verità e perché piena giustizia sia fatta sulla sua morte.
Mi auguro che il processo attualmente in corso - da cui è emerso un importante quadro probatorio - possa dissipare tutte le ombre su questo terribile episodio. E possa assicurare l'individuazione dei responsabili e l'esecuzione nei loro confronti delle pene che saranno stabilite.
Nel ribadire la piena vicinanza, mia e della Camera di deputati, ai familiari di Andrea, saluto tutti coloro che prenderanno parte a questa importante iniziativa.
Videomessaggio del presidente Roberto Fico in occasione del settimo anniversario dell'uccisione di Andrea Rocchelli in Ucraina
Un saluto a tutti,
vi ringrazio per l'invito a partecipare a questo incontro per ricordare Andrea Rocchelli, ucciso da alcuni colpi di mortaio sparati su un gruppo di cinque civili inermi di cui faceva parte nei pressi di Sloviansk in Ucraina.
A distanza di sette anni da quel tragico 24 maggio 2014 è ancora forte e viva la commozione per la perdita di Andrea, così come è difficile rassegnarsi all'idea che, insieme a lui, sia stata spenta una delle voci dell'informazione libera e indipendente.
Andrea era un reporter che raccontava la scellerata guerra civile che si stava consumando in Ucraina. Tenere sempre vivo il suo ricordo è dunque importante anche perché ci ricorda che i giornalisti sono ancora oggi in molte parti del pianeta oggetto di censure, intimidazioni, aggressioni e vere e proprie esecuzioni. Una violenza che, imbavagliando il diritto alla informazione, colpisce nel cuore la democrazia come pure i diritti e le libertà fondamentali.
Andrea Rocchelli, pur consapevole dei rischi affrontati, non ha mai rinunciato alla sua ambizione di conoscere e narrare la realtà, informandone l'opinione pubblica internazionale.
Abbiamo pertanto un profondo debito di riconoscenza nei suoi confronti che rende ancora più stringente il dovere di tutte le Istituzioni e della intera comunità di adoperarsi per la ricerca della verità e perché piena giustizia sia fatta sulla sua morte.
Mi auguro che il processo attualmente in corso - da cui è emerso un importante quadro probatorio - possa dissipare tutte le ombre su questo terribile episodio. E possa assicurare l'individuazione dei responsabili e l'esecuzione nei loro confronti delle pene che saranno stabilite.
Nel ribadire la piena vicinanza, mia e della Camera di deputati, ai familiari di Andrea, saluto tutti coloro che prenderanno parte a questa importante iniziativa.