10/12/2021
Cagliari, Aula del Consiglio regionale della Sardegna

Partecipazione alla cerimonia per il 150° anniversario della nascita di Grazia Deledda

Saluto il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, gli altri relatori, i consiglieri regionali, le Autorità.

Vi ringrazio molto per avermi invitato a partecipare a questa cerimonia in ricordo di Grazia Deledda.

Conosco la vostra splendida regione ma è la prima volta che la visito in veste di Presidente della Camera. Sono molto contento ed onorato di farlo qui, nella sede di un'Assemblea rappresentativa come la vostra, ed in occasione della celebrazione di una delle massime figure della cultura italiana.

Celebrare Grazie Deledda significa anzitutto tenere viva e rinnovare la memoria, anche a beneficio dei più giovani, del valore e della ricchezza culturale delle sue opere, che le valsero il conferimento nel 1926 del Premio Nobel per la letteratura.

Al tempo stesso, Grazia Deledda, come sottolinea efficacemente il titolo della cerimonia odierna, è stata anche e soprattutto una "donna che non mise limiti alle donne": uno straordinario esempio, per la sua vicenda artistica ed umana, di emancipazione e riscatto femminile in un contesto storico e sociale difficilissimo.

Questa donna tenace, determinata ed indipendente superò i fortissimi ostacoli derivanti dai pregiudizi di una società che considerava con estrema diffidenza, se non addirittura con ostilità, un impegno culturale femminile.

E così, in un'epoca in cui, non soltanto nel nostro Paese, la formazione scolastica era per gran parte delle donne limitata alle classi elementari, riuscì, da autodidatta, ad imporsi ai massimi livelli della letteratura mondiale.

Con questa perseveranza, dunque, sfidò e vinse vincoli e convenzioni secolari e valorizzò nella sua opera le radici culturali sarde, in particolare di Nuoro e della Barbagia.

In molti dei suoi romanzi, anche dopo aver lasciato l'isola, descrisse con grande realismo le tradizioni e la vita delle persone della sua terra, senza mai cadere nella oleografia o negli stereotipi.

In una celebre lettera del 1891, a vent'anni, scrisse "Io non sogno la gloria per un sentimento di vanità e di egoismo, ma perché amo intensamente il mio paese, e sogno di poter un giorno irradiare con un mite raggio le fosche ombrie dei nostri boschi, di poter un giorno narrare, intesa, la vita e le passioni del mio popolo, così diverso dagli altri così vilipeso e dimenticato e perciò più misero nella sua fiera e primitiva ignoranza".

Questo legame con la sua terra fu riconosciuto anche nelle motivazioni del Nobel, che le venne conferito «per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano».

Grazia Deledda resta la prima ed unica donna italiana ad essere stata insignita sinora del Premio Nobel per la letteratura.

Diffondere, a partire dalle scuole, la conoscenza dell'opera letteraria e della vicenda umana di grandi figure femminili come la sua può contribuire in misura significativa a sradicare quegli stereotipi e pregiudizi di genere che sono l'humus in cui trovano alimento le discriminazioni e la violenza ai danni delle donne.

Voglio dunque ribadire ancora una volta il mio più sincero apprezzamento per la vostra iniziativa odierna.

Essa conferma come tutte le assemblee rappresentative possano contribuire allo sviluppo delle nostre comunità non soltanto esercitando le funzioni legislative, di indirizzo e controllo che sono ad esse conferite. Ma anche agendo come istituzioni culturali, come istituzioni pensanti, capaci di conoscere in profondità e divulgare la realtà storica, economica, sociale e appunto culturale dei territori di riferimento.

La cultura, del resto, è uno strumento per il rafforzamento dell'identità e della coesione di una comunità. E al tempo stesso può e deve essere sempre più volano di crescita sostenibile e duratura.

Considero pertanto molto importante, a mio avviso, che questi momenti di approfondimento e celebrazione siano condivisi tra Parlamento, consigli regionali e comunali.

La cooperazione tra livelli di governo e in particolare tra le assemblee rappresentative - come ho ribadito in più occasioni - costituisce un importante valore aggiunto per la qualità delle decisioni sui temi di interesse comune.

In questa chiave, prima di concludere, voglio assicurare l'attenzione del Parlamento verso le questioni che riguardano le particolari condizioni della vostra regione.

Ne è conferma, da ultimo, l'approvazione al Senato in prima deliberazione del disegno di legge costituzionale, di iniziativa popolare, sull'insularità. Il provvedimento è ora all'esame delle commissioni competenti della Camera che ne stanno valutando accuratamente i contenuti.

In coerenza con il mio ruolo non intendo pronunciarmi sul merito della proposta. Ma non posso che condividere l'obiettivo ultimo di assicurare la coesione e la solidarietà sociale e territoriale del nostro Paese, condizioni primarie per rimuovere, in coerenza con il dettato costituzionale, gli squilibri inaccettabili tra le regioni e per favorire l'effettivo godimento dei diritti della persona.

Vi ringrazio.