13/05/2022
Sorrento

Partecipazione al Forum 'Verso Sud: la strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo'

Buongiorno,

Saluto il Presidente Mattarella, il Presidente Draghi, la Ministra Carfagna e tutti i rappresentanti del Governo, i relatori, le autorità e tutti i partecipanti a questa iniziativa.

Sono onorato di partecipare alla prima edizione di questo Forum che intende promuovere una riflessione organica e strutturata sulle prospettive di sviluppo del Mezzogiorno nel più ampio contesto del Mediterraneo.

Ho molto apprezzato questo approccio, che segna un radicale cambiamento rispetto al paradigma in base al quale la "questione meridionale" è stata e continua ad essere affrontata nel dibattito pubblico.

Purtroppo ancora oggi, quando si discute di politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno, si parla in modo sbagliato di assistenzialismo.

Una lettura che ignora profondamente la realtà economica, culturale e sociale del Mezzogiorno e ne trascura i punti di forza e le potenzialità.

Non considera infatti l'interdipendenza, provata, tra la crescita del Meridione e quella dell'intero Paese ed il ritorno che ogni euro investito al Sud ha, in termini di domanda aggiuntiva, per il sistema produttivo del Centro-Nord. E soprattutto trascura il ruolo che il Mezzogiorno può ricoprire affinché l'Unione europea possa essere finalmente decisiva in un'area cruciale per gli equilibri globali quale è il Mediterraneo.

Un'area che non va più intesa soltanto come l'insieme dei Paesi che gravitano geograficamente sul Mar Mediterraneo. Ma che si estende ad altri Stati e territori che, pur non collocati nelle dirette prossimità del suo bacino, sono ad esso strettamente connessi per le complesse dinamiche migratorie, ambientali, energetiche, commerciali, culturali, dei trasporti, della sicurezza.

Il cosiddetto "Mediterraneo allargato", che include Paesi dall'Oceano Atlantico al Golfo Persico, ospita il 15,5% della popolazione e produce il 14,5% del PIL mondiale. E ha assunto negli ultimi anni - ed assumerà sempre più - una straordinaria importanza strategica sul piano globale.

Il nostro Mezzogiorno costituisce la testa di ponte necessaria, la cerniera tra l'Europa ed il Mediterraneo allargato.

Un ruolo che discende dall'attrattività che il Sud presenta già ora in vari ambiti e dalle straordinarie prospettive di crescita. Aspetti cui sono giustamente dedicate le sessioni tematiche di questo forum.

Il Sud registra anzitutto dati importantissimi nell'ambito dell'economia del mare, come dimostra il fatto che dai suoi porti già oggi transita il 46% del traffico merci via mare italiano.

Non meno significativo è il settore dell'energia, sia con riferimento alla transizione climatica che allo sviluppo di nuove rotte di approvvigionamento. Già oggi il Mezzogiorno gioca un ruolo decisivo e spesso dimenticato ai fini del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del nostro Paese, producendo circa il 52% della quota nazionale di eolico, solare e bionergie. Un contributo che potrà crescere sensibilmente utilizzando in modo adeguato le potenzialità di nuove tecnologie.

Il Mezzogiorno è, poi, per posizione geografica l'hub naturale per lo sviluppo di nuovi corridoi energetici.

Il Sud presenta inoltre specializzazioni produttive, ed eccellenze industriali in settori quali l'aerospazio, l'automotive, l'abbigliamento e la moda, il farmaceutico come pure nel settore agroalimentare e nella filiera bioeconomica.

Comparti che sono suscettibili di ulteriore e significativa espansione per effetto dello sviluppo delle rotte commerciali nel Mediterraneo allargato.

C'è poi il settore turistico. Al Sud abbiamo tesori straordinari, e Sorrento è senza dubbio uno di questi. Il settore va supportato, può crescere, puntando a mio avviso sulla modernizzazione delle infrastrutture, materiali e immateriali, e su un modello di turismo che preservi il paesaggio, valorizzi le eredità artistiche e culturali, le tradizioni e le eccellenze enogastronomiche, l'attrattività dei piccoli centri.

Non meno importante è infine mettere al servizio di imprese e cittadini lo straordinario patrimonio di competenze rappresentato dalle Università del Mezzogiorno. Un patrimonio che non può che risultare arricchito dal dialogo con altri atenei e centri di conoscenza e ricerca del Mediterraneo allargato.

Ho voluto richiamare, senza alcuna pretesa di esaustività, questi settori, perché risultasse più chiaro quale sia in questa fase il ruolo che le Istituzioni e la politica possono giocare per lo sviluppo del Mezzogiorno.

Occorre a mio avviso agire in due grandi direzioni.

La prima concerne il rafforzamento della cornice comune, europea ed internazionale, in cui si muovono le nostre relazioni con il Mediterraneo.

In questo ambito va, certamente, data piena attuazione all'Agenda dell'Unione europea per il Mediterraneo e al piano di investimenti economici che l'accompagna.

Ma ciò non basta. Occorre che l'Unione, parlando con una sola voce, sappia sviluppare una strategia di pace, sicurezza, cooperazione, sviluppo sostenibile e gestione dei flussi migratori condivisa con tutta l'area mediterranea.

Una strategia che deve partire dalle sfide comuni più urgenti, come il cambiamento climatico. Una risposta condivisa sarebbe più effettiva e darebbe a tutti i partner il senso della importanza della cooperazione multilaterale, esaltando la crescita del Mezzogiorno quale vettore di transizione climatica.

Una seconda linea di azione riguarda più specificamente le misure che il nostro Paese deve adottare per sfruttare tutte le potenzialità del Mezzogiorno, superando quelle carenze strutturali che hanno sinora causato i divari di sviluppo.

Abbiamo oggi uno strumento forte di intervento quale il PNRR, che persegue il rilancio del Sud come priorità trasversale a tutte le missioni. E mette a disposizione delle regioni del Mezzogiorno un complesso di risorse pari a non meno del 40 per cento di quelle territorializzabili. Si tratta in sostanza di circa 82 miliardi che possono, se utilizzati efficacemente, porre le basi per consolidare le specificità e le eccellenze del Mezzogiorno nel Mediterraneo allargato: dalla produzione di energie rinnovabili alla logistica portuale, dalle produzioni industriali di avanguardia al turismo ecosostenibile, dalla cultura alla ricerca.

Non meno importanti sono poi le riforme contemplate dal PNRR, tra cui la semplificazione e il potenziamento delle competenze amministrative dei comuni attraverso un reclutamento straordinario.

Sono convinto che sarà possibile fare passi decisivi per rendere il Sud un volano di sviluppo sostenibile, in senso economico, sociale ed ambientale, per il nostro Paese e per l'Europa.

Per raggiungere l'obiettivo le Istituzioni devono garantire servizi - dai trasporti alla pubblica amministrazione- per supportare adeguatamente chi fa impresa e i lavoratori. E bisogna creare con lungimiranza le condizioni per valorizzare le nostre realtà produttive, e per destinare e attrarre investimenti nel Mezzogiorno. Dobbiamo tutti lavorare in questa direzione, dal governo agli enti locali.

Il nostro Sud ha scritto e scrive pagine straordinarie per il nostro Paese in tanti campi. Storie di intuito imprenditoriale, di creatività, di bellezza. Ma, lo sappiamo tutti, il potenziale è ancora più ampio e per liberare ulteriormentele energie positive nel Mezzogiorno servono il massimo impegno e una ferrea volontà politica. Portare investimenti al sud significa lavorare per azzerare i divari territoriali e far evolvere in modo strategico la visione stessa del Paese. Il Sud deve avere un ruolo cruciale e centri decisionali fondamentali per la propria crescita e per quella di tutta l'Italia.

Vi ringrazio.