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Messaggi
37° anniversario dell'uccisione del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa
Il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha inviato il seguente messaggio al Prefetto di Palermo, dottoressa Antonella De Miro, in occasione del 37° anniversario dell'uccisione del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, della consorte Emanuela Setti Carraro e dell'agente di scorta della Polizia di Stato Domenico Russo:
"Desidero rivolgere i miei sentimenti di sentita vicinanza e solidarietà a tutti i partecipanti agli eventi oggi organizzati in memoria del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie, Emanuela Setti Carraro e dell'agente della Polizia di Stato, Domenico Russo, assassinati il 3 settembre del 1982 a Palermo.
Quella terribile notizia suscitò grande sgomento nel Paese: per la perdita di un uomo che aveva combattuto con rigore ed efficacia il terrorismo e la criminalità organizzata, ma soprattutto per la violenta tracotanza con cui la mafia beffava uno Stato incapace di proteggere uno dei suoi uomini migliori, simbolo di coerenza morale e di legalità.
Nella battaglia contro la mafia, in particolare, Dalla Chiesa aveva capito, prima e meglio di altri, la necessità di colpire la criminalità organizzata nel cuore delle sue ampie attività economiche finanziarie e in tutte quelle zone grigie di complicità e corruzione nelle quali con maggiore successo essa esercitava la sua capacità di infiltrazione e di condizionamento criminale.
Quella battaglia va portata tuttora avanti con determinazione.
L'economia illegale, generata dalle mafie, continua a rappresentare una onerosa e inaccettabile zavorra per il Paese, in particolare per il Mezzogiorno; come anche il fenomeno del racket praticato con una pericolosa pervasività all'interno del sistema economico-sociale, sia a livello locale che nazionale.
Siamo consapevoli che a tutto questo lo Stato deve contrapporre l'azione delle forze dell'ordine e della magistratura, di un sempre più efficace impianto normativo, di una politica economica che sappia valorizzare le potenzialità territoriali e far fronte alle emergenze occupazionali e sociali. Si tratta dunque di consolidare una strategia e una programmazione di interventi in diversi ambiti che si deve accompagnare a un intenso e capillare impegno socio-culturale della collettività nello scardinare tutti i tasselli di quel sistema di corruzione e connivenze, di degrado civile e rassegnazione che è linfa vitale per la criminalità organizzata e che compromette ogni possibilità di riscatto e di progresso del Paese.
Credo che in questo si ritrovi anche il senso più profondo della testimonianza e del sacrificio di Carlo Alberto Dalla Chiesa: nell'ambizione di disarmare i fautori del terrore e della violenza, ma anche di colpire tutti i fattori di degrado civile e di imbarbarimento sociale che avrebbero potuto compromettere le conquiste della democrazia, i benefici della libertà, le irrinunciabili garanzie di uno Stato di diritto".