29/07/2020

Trentasettesimo anniversario della strage di via Pipitone a Palermo

Il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha inviato il seguente messaggio al Presidente della Fondazione Rocco Chinnici, Avv. Giovanni Chinnici, in occasione del trentasettesimo anniversario della strage di via Pipitone a Palermo:

"Sono trascorsi trentasette anni dalla strage di mafia di via Pipitone, a Palermo, in cui trovarono la morte il magistrato Rocco Chinnici, il maresciallo dei Carabinieri Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta - componenti della scorta - e il portiere dello stabile in cui viveva il magistrato, il signor Stefano Li Sacchi. Ai loro familiari vanno i più sinceri sentimenti di vicinanza e solidarietà. Il ricordo di quel drammatico evento porta con sé, oltre a una profonda amarezza per quello che accadde, anche il dovere di onorare la memoria di queste vittime della mafia, il dovere di non dimenticare.
L'assassinio di Rocco Chinnici, capo dell'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, rappresentò un ulteriore colpo che la criminalità organizzata infliggeva allo Stato, l'ennesimo atto di una inarrestabile e sciagurata sequela di attentati ed omicidi.
Secondo la spietata logica mafiosa, la colpa del giudice Chinnici era stata quella di essersi impegnato con tenacia e successo nello squarciare la cortina di corruzione e complicità politica che proteggeva la criminalità organizzata; di averne messo in crisi molti canali e strategie di approvvigionamento ed arricchimento economico; soprattutto, di aver messo a punto metodi di indagine innovativi, creando un "pool antimafia" di eccellenza, di cui sarebbero entrati a far parte magistrati brillanti e motivati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
A tanti anni di distanza, del giudice Chinnici resta immutata la forza della sua testimonianza di rigore professionale e di attaccamento alle istituzioni democratiche. Soprattutto, resta il valore delle sue intuizioni e della sua tenacia nel voler bonificare il Paese dalla contaminazione mafiosa. Un impegno che ha contribuito a definire il percorso che sarebbe poi stato compiuto nella lotta alla mafia e che, ancora oggi, resta valido nelle sue aspirazioni essenziali, non ultima quella di coltivare nei giovani una sempre più forte sensibilità ai principi di legalità e di giustizia.
Affrancarsi dal giogo della criminalità organizzata e dall'inquinamento dell'illegalità mafiosa significa infatti affermare, nei comportamenti e nelle scelte quotidiane, una cultura nuova, radicata su un senso etico forte, capace di avere ragione sul malaffare, sul clientelismo, sull'economia malata, sulla politica che contraddice sé stessa, riducendosi a gestione di interessi e ad affarismo.
Su questa verità si fonda oggi l'impegno coraggioso di tante associazioni che, giorno dopo giorno, fanno della lotta alla criminalità organizzata la ragione di un rinnovato senso di cittadinanza. Queste molteplici realtà recano tutti i segni della lezione di Rocco Chinnici, una testimonianza positiva da cui oggi la politica, ma anche la società tutta, può trarre la forza necessaria per continuare, con rinnovato impegno, nel contrasto ad ogni forma di mafia ed al suo disegno di disgregazione morale e sociale.
È questa una sfida che rappresenta un passaggio irrinunciabile di riscatto civile, una testimonianza di responsabilità e coraggio fortemente necessaria per la nostra credibilità e, soprattutto, un segno di energia morale di cui il Paese - segnatamente in questa fase così difficile - ha davvero un estremo ed inderogabile bisogno."