03/09/2021
Palermo

Commemorazione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie, Emanuela Setti Carraro, e dell’agente della Polizia di Stato Domenico Russo

Il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha inviato il seguente messaggio a Giuseppe Forlani, Prefetto di Palermo, in occasione della commemorazione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato il 3 settembre del 1982 a Palermo insieme a sua moglie, Emanuela Setti Carraro e all'agente della Polizia di Stato, Domenico Russo:

"Desidero rivolgere i miei sentimenti di sentita vicinanza e solidarietà a tutti i partecipanti alla commemorazione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato il 3 settembre del 1982 a Palermo insieme a sua moglie, Emanuela Setti Carraro e all'agente della Polizia di Stato, Domenico Russo.

La mafia temeva il coraggio del Generale Dalla Chiesa, il suo rigore e la sua inflessibilità. Qualità che univa alle eccezionali doti investigative e alle intuizioni sulle diramazioni del potere mafioso in tutti i gangli vitali della società - tuttora valide ed attuali.

Uccidendolo la criminalità organizzata si era illusa di aver vinto una battaglia decisiva contro lo Stato. Ma il messaggio del Prefetto di Palermo si era ormai potentemente diffuso, risvegliando nella coscienza civile la volontà di ribellarsi alla violenza e alla prevaricazione della mafia, anche attraverso la nascita di tante associazioni e movimenti che, ancora oggi, affiancano il loro impegno a quello, gravoso ed instancabile, dei magistrati e delle forze dell'ordine.

Per questo è così importante ricordarne il sacrificio, lo straordinario valore della sua testimonianza e il costante monito a non delegare mai il potere - che è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi - "né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti".

La grandezza morale di tale insegnamento è ancora viva e vitale grazie alla presenza attiva delle energie sane del nostro Paese, impegnate in prima linea nella lotta quotidiana ad ogni mafia.

È un patrimonio di valori che va custodito ed alimentato con il contributo di tutti, a cominciare dalle Istituzioni che, nell'attività di contrasto alla criminalità organizzata, devono dare costante prova di coerenza e di trasparenza. In questa prospettiva si colloca quell'impegno di verità di cui si è fatta interprete la Commissione parlamentare Antimafia che, nel luglio 2019, ha deciso di avviare un processo di declassificazione dei documenti acquisiti nel corso delle inchieste svolte dal 1963 al 2001 e secretati.

Una scelta coerente con quello che la Camera sta facendo in questi anni e che risponde alla necessità di dare un segnale alle legittime aspettative di verità e di giustizia di quanti non intendono piegarsi o rassegnarsi di fronte al fenomeno mafioso, perché non hanno mai rinunciato a credere nella possibilità di un riscatto civile della nostra democrazia. E che serve a rafforzare la risposta del Paese ai tentativi della criminalità organizzata di insinuarsi nelle maglie più deboli della società, soprattutto nella contingente crisi economica provocata dalla pandemia.

Questo è il modo migliore per assolvere al nostro debito di riconoscenza nei confronti di uomini come il Generale Dalla Chiesa, che ha pagato con la vita la sua strenua difesa dei valori di legalità, giustizia e democrazia, per rendere il Paese finalmente libero dalla schiavitù mafiosa."