19/03/2019

Venticinquesimo anniversario della uccisione di don Peppe Diana

Il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha inviato il seguente messaggio a Valerio Taglione, per il Comitato 'don Diana', in occasione del venticinquesimo anniversario della uccisione di don Peppe Diana:

"Sono trascorsi venticinque anni dalla barbara uccisione di don Peppe Diana.

Ricordiamo tutti il coraggio e la determinazione con cui aveva affrontato una guerra difficilissima come quella contro la criminalità organizzata che dominava incontrastata nel contesto territoriale aversano-casertano. Per questo, il 19 marzo del 1994, fu assassinato nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe.

Ciò che ha reso straordinario l'impegno di Don Peppe è stato il profondo attaccamento alla sua comunità, a tal punto da volerne condividere rischi e paure e la voglia di riscatto e di giustizia. È questo slancio ideale ad averlo sostenuto nella sfida a viso aperto alla camorra, nel porsi come promotore di un'appassionata mobilitazione delle coscienze e nella guida di un movimento di resistenza civile contro il potere del malaffare locale.

Il suo messaggio ha avuto una forza dirompente riuscendo a generare una inversione di tendenza nel futuro di quel territorio.

Proprio in nome di Don Peppe Diana, infatti, sono state poste in essere numerose buone pratiche e create nuove realtà associative, come la vostra, che hanno cominciato a costruire le basi, in un contesto che sembrava segnato da un destino inesorabile e immodificabile, per una vera e propria rinascita del tessuto umano, civile, culturale ed economico. Si è così dato vita a esperienze di cittadinanza attiva che si sono moltiplicate e hanno fatto rete, a progetti di emancipazione culturale e a esperimenti di filiere produttive etiche che hanno creato nuove opportunità di sviluppo e di reinserimento lavorativo.

Basti pensare alle numerose esperienze avviate e realizzate proprio nelle terre di Don Diana con l'uso sociale e produttivo dei beni confiscati alla camorra. Beni, simbolo di spregiudicatezza e arroganza mafiosa, restituiti alla collettività, a significare che la criminalità organizzata può, e deve, essere piegata e sconfitta.

Il movimento di resistenza contro la camorra iniziato da Don Peppe Diana, il suo porsi come "segno di contraddizione", è così confluito in tante storie di riscatto che portano, ancora oggi ben visibile, il senso più profondo della sua lettera "Per amore del mio popolo". Lì il sacerdote denunciava la criminalità organizzata locale indicando, nel contempo, la strada maestra per far riaffermare la cultura della legalità e della giustizia sulle tirannie mafiose.

Ricordare Don Peppe Diana significa, dunque, continuare a raccogliere quel messaggio. Così come lui non ha mai indietreggiato davanti alla pericolosità e alla complessità della sua missione, così noi, la politica e le Istituzioni innanzitutto, ma anche ciascun cittadino, non dobbiamo nasconderci dietro le difficoltà o cedere al disfattismo e alla rassegnazione, ma piuttosto impegnarci ogni giorno per una rinascita della coscienza civile collettiva, per renderla finalmente libera dalla schiavitù mafiosa.

È la sfida che, con responsabilità, coraggio e dedizione, associazioni come la vostra portano avanti ogni giorno alimentando, con grandi progetti ma anche con piccole conquiste quotidiane, la cultura della legalità, della giustizia e della solidarietà sociale.

La vostra è una preziosa e insostituibile spinta ideale e civile di cui vi siamo tutti molto debitori e per la quale vi ringrazio profondamente."