Partecipazione all’inaugurazione del Salone internazionale del libro
Buongiorno a tutti, sono onorato di prendere parte a questa manifestazione così importante nel panorama culturale italiano.
Tra pochi minuti questi padiglioni si riempiranno di voci, di persone, e accoglieranno una comunità vivace e bellissima, quella dei lettori, che con il loro entusiasmo animeranno gli stand, gli incontri e tutte le attività dentro e fuori il Salone.
Sono contento di trovarmi oggi a Torino che è città del libro e luogo in cui l'editoria italiana affonda le sue radici culturali. Questa città rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione della nostra identità civile. Qui ha preso forma un modo d'intendere il mestiere di fare i libri che ha contribuito in maniera significativa alla formazione della nostra idea di Stato e di democrazia.
Le statistiche ci mettono costantemente sotto gli occhi una realtà del mercato italiano in cui si produce sempre più e si legge sempre meno, ma iniziative come questa sono l'occasione per dimostrare che la passione per fare cultura resiste sempre.
Se quello dell'editoria è un settore in cui le parole crisi e precarietà sono all'ordine del giorno, essere editori - oggi come da sempre - significa avere coraggio, saper ascoltare e mettersi costantemente in discussione, perseguire un progetto che sappia interpretare le esigenze del mercato senza per questo essere soffocato dalle mere logiche del profitto.
Fare libri significa trattare una materia eccezionale che ha bisogno di un aggiornamento costante in termini di tecnologia e di ricerca sulla qualità del contenuto, e richiede un lavoro di squadra che coinvolge diverse professionalità con la perizia e la dedizione dell'artigiano.
Gli editori che hanno a cuore i propri lettori, che portano avanti un progetto, che cercano con il loro lavoro di scoprire e di restituire un'idea di mondo, sono un bene prezioso da difendere.
Ed è tra i primi doveri di uno Stato democratico sostenere la biblio-diversità, perché il mestiere dell'editore non sia un privilegio di pochi e perché un lettore entrando in libreria possa incontrare in maniera critica e consapevole la lettura più adatta a sé; è dovere dello Stato incentivare l'accessibilità e l'inclusione alla lettura, perché la ricerca con le nuove tecnologie renda la lettura davvero fruibile per tutti; è dovere di tutti lavorare per garantire che la cultura e la conoscenza siano sempre a disposizione della comunità, partendo dalla conservazione del patrimonio delle biblioteche, dalla salvaguardia del lavoro dei librai e di tutte le professionalità coinvolte nella filiera editoriale.
I veri protagonisti di questa giornata sono i lettori. Leggere vuol dire farsi delle domande, e solo attraverso la curiosità, il mettere in dubbio costantemente le nostre conoscenze possiamo interrogarci su chi siamo e guardare con spirito critico a noi stessi e alla comunità sempre più ampia di cui facciamo parte.
Avere confidenza con la lettura significa acquisire gli strumenti per comprendere la società che viaggia a un ritmo frenetico e non lascia spazio alla riflessione.
Da lettori e cittadini abbiamo la responsabilità di mantenerci vigili e attenti, e di alimentare la nostra curiosità, di saper discernere ciò che è frutto di un progetto da ciò che risponde a logiche diverse non accontentandosi di quello che troviamo a portata di mano, ma provando sempre a scoprire qualcosa di nuovo.
Abbiamo la responsabilità di non dimenticarci dei libri, di difendere il valore dell'immaginazione, di affinare il nostro senso critico, ma soprattutto abbiamo il diritto di prenderci il tempo per leggere e per riflettere.
Partecipazione all’inaugurazione del Salone internazionale del libro
Buongiorno a tutti, sono onorato di prendere parte a questa manifestazione così importante nel panorama culturale italiano.
Tra pochi minuti questi padiglioni si riempiranno di voci, di persone, e accoglieranno una comunità vivace e bellissima, quella dei lettori, che con il loro entusiasmo animeranno gli stand, gli incontri e tutte le attività dentro e fuori il Salone.
Sono contento di trovarmi oggi a Torino che è città del libro e luogo in cui l'editoria italiana affonda le sue radici culturali. Questa città rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione della nostra identità civile. Qui ha preso forma un modo d'intendere il mestiere di fare i libri che ha contribuito in maniera significativa alla formazione della nostra idea di Stato e di democrazia.
Le statistiche ci mettono costantemente sotto gli occhi una realtà del mercato italiano in cui si produce sempre più e si legge sempre meno, ma iniziative come questa sono l'occasione per dimostrare che la passione per fare cultura resiste sempre.
Se quello dell'editoria è un settore in cui le parole crisi e precarietà sono all'ordine del giorno, essere editori - oggi come da sempre - significa avere coraggio, saper ascoltare e mettersi costantemente in discussione, perseguire un progetto che sappia interpretare le esigenze del mercato senza per questo essere soffocato dalle mere logiche del profitto.
Fare libri significa trattare una materia eccezionale che ha bisogno di un aggiornamento costante in termini di tecnologia e di ricerca sulla qualità del contenuto, e richiede un lavoro di squadra che coinvolge diverse professionalità con la perizia e la dedizione dell'artigiano.
Gli editori che hanno a cuore i propri lettori, che portano avanti un progetto, che cercano con il loro lavoro di scoprire e di restituire un'idea di mondo, sono un bene prezioso da difendere.
Ed è tra i primi doveri di uno Stato democratico sostenere la biblio-diversità, perché il mestiere dell'editore non sia un privilegio di pochi e perché un lettore entrando in libreria possa incontrare in maniera critica e consapevole la lettura più adatta a sé; è dovere dello Stato incentivare l'accessibilità e l'inclusione alla lettura, perché la ricerca con le nuove tecnologie renda la lettura davvero fruibile per tutti; è dovere di tutti lavorare per garantire che la cultura e la conoscenza siano sempre a disposizione della comunità, partendo dalla conservazione del patrimonio delle biblioteche, dalla salvaguardia del lavoro dei librai e di tutte le professionalità coinvolte nella filiera editoriale.
I veri protagonisti di questa giornata sono i lettori. Leggere vuol dire farsi delle domande, e solo attraverso la curiosità, il mettere in dubbio costantemente le nostre conoscenze possiamo interrogarci su chi siamo e guardare con spirito critico a noi stessi e alla comunità sempre più ampia di cui facciamo parte.
Avere confidenza con la lettura significa acquisire gli strumenti per comprendere la società che viaggia a un ritmo frenetico e non lascia spazio alla riflessione.
Da lettori e cittadini abbiamo la responsabilità di mantenerci vigili e attenti, e di alimentare la nostra curiosità, di saper discernere ciò che è frutto di un progetto da ciò che risponde a logiche diverse non accontentandosi di quello che troviamo a portata di mano, ma provando sempre a scoprire qualcosa di nuovo.
Abbiamo la responsabilità di non dimenticarci dei libri, di difendere il valore dell'immaginazione, di affinare il nostro senso critico, ma soprattutto abbiamo il diritto di prenderci il tempo per leggere e per riflettere.
Buona lettura a tutti!