22/06/2018
Camera dei deputati, Aula del Palazzo dei gruppi parlamentari

Indirizzo di saluto all’incontro dal titolo ‘Intelligence collettiva: la tecnologia Blockchain’

Buongiorno a tutti e a tutte,

Saluto e ringrazio il sottosegretario Tofalo, il sottosegretario Volpi e i relatori del convegno odierno.

Il tema oggetto di questo evento, apparentemente tecnico e riservato agli specialisti, è di straordinaria importanza e delicatezza. Concerne infatti questioni cruciali sia per una migliore comprensione delle nuove tecnologie, in particolare del protocollo Blockchain, sia delle loro straordinarie potenzialità per alimentare la partecipazione democratica.

Vi sono pertanto grato per aver voluto portare una riflessione al riguardo nel Parlamento che - come ho già detto nel mio discorso di insediamento - deve essere una istituzione culturale, capace di guardare oltre le scadenze a breve termine e di elaborare invece una visione strategica a lungo termine. Capace di progettare il futuro del nostro Paese confrontandosi con le grandi sfide poste dalla tecnologia. E capace al tempo stesso di utilizzarle per rafforzare la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali.

Le nuove tecnologie digitali, infatti, non ci consentono solo di produrre, ricevere e trasmettere informazioni in modo più semplice e rapido. Stanno anche trasformando in profondità il modo con cui ci relazioniamo con gli altri sia nella dimensione privata che in quella pubblica.

Emergono di conseguenza non solo nuove forme di socialità, ma modalità inedite e originali di articolare l'agire collettivo e di progettare e perseguire il bene comune.

Le prospettive aperte da questi sviluppi nella sfera dei rapporti fra cittadini e istituzioni si sono già in parte realizzate con le innovazioni introdotte attraverso le esperienze di e-government. Su questo piano sono com'è noto da tempo avviate sia nel nostro Paese che altrove iniziative per rendere più trasparente ed efficiente l'operare delle pubbliche amministrazioni.

L'uso delle tecnologie digitali può aiutare a raggiungere obiettivi fondamentali per migliorare l'azione amministrativa, come la piena accessibilità ai documenti, la presa in considerazione in tempo reale delle istanze dei cittadini, l'erogazione di nuovi servizi. In questo senso le azioni in favore dell'e-government sono destinate a convergere con quelle in direzione dell'open government, in una strategia tesa a destrutturare le vecchie logiche delle burocrazie tradizionali, mettendo al centro il diritto del cittadino ad una pubblica amministrazione efficiente ed attenta ai suoi bisogni.

Ma il digitale - e in particolare il Protocollo Blockchain - ci introduce la possibilità applicative che vanno ben oltre la sola sfera amministrativa e che riguardano le modalità stesse con cui si adottano le decisioni pubbliche. In una parola, esse possono incidere in profondità sulle stesse forme della nostra democrazia.

Le tecnologie digitali possono offrire un supporto decisivo per consentire il lancio di esperienze innovative di democrazia deliberativa centrate sulla partecipazione attiva e informata dei cittadini alle decisioni pubbliche. Basti pensare ai diversi strumenti sperimentati in varie forme e con diverse finalità tra i livelli di governo: ad esempio i "dibattiti pubblici" per la costruzione di grandi opere promossi in diversi paesi europei. Ciò in linea con i principi enunciati dalla Convenzione di Aahrus, in particolare per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche che abbiano un impatto sulla sfera ambientale.

L'impiego innovativo delle nuove tecnologie costituisce in tal senso un fondamentale strumento per incrementare il livello informativo dei cittadini, per promuovere meccanismi di dialogo fino a giungere a decisioni condivise.

Si potrà così riempire di contenuto quel 'diritto di partecipazione democratica elettronica' enunciato - finora solo come principio - dall'articolo 9 del Codice dell'amministrazione digitale. In base ad esso lo Stato è chiamato, in particolare, a intervenire affinché, attraverso le nuove tecnologie, venga promossa una maggiore partecipazione dei cittadini al processo democratico e per l'esercizio dei diritti politici e civili, sia individuali sia collettivi.

Per realizzare davvero questa prospettiva c'è sicuramente molto da lavorare, a tutti i livelli della vita istituzionale. Consentitemi di ribadirlo: sin dal mio insediamento come Presidente della Camera, sono convinto che questa azione di ricerca e innovazione debba vedere protagonista il Parlamento come massima sede della rappresentanza politica nazionale.

I Parlamenti di altri grandi paesi democratici sono da tempo avviati su questa strada. Penso ad esempio alla Camera dei Comuni britannica, che ha lanciato con grandissimo successo l'esperienza delle petizioni online e nuove forme di consultazione dei cittadini nell'ambito delle attività istruttorie delle Commissioni parlamentari. Altre interessanti esperienze sono state realizzate dal Parlamento brasiliano e da quello tedesco, mentre l'Assemblea nazionale francese ha costituito dei gruppi di lavoro per elaborare proposte in questo campo.

Ritengo pertanto che anche il Parlamento italiano debba essere in prima linea in questa strategia di innovare le modalità tradizionali dell'operare e dell'interagire con i cittadini da parte degli organi della rappresentanza politica.

L'obiettivo finale è, come affermano i programmi di riforma britannici, quello di coinvolgere le persone. Si tratta di una finalità che va molto oltre la semplice partecipazione o il mero coinvolgimento, ma punta piuttosto nella direzione di impegnare pienamente le persone nella decisione pubblica, prendendo sul serio la loro condizione di cittadini quali membri attivi della comunità politica.

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo l'uso delle tecnologie non è neutro. Le diverse opzioni possibili, anche alla luce di una innovazione che si sussegue a ritmo sempre più accelerato, vanno ponderate e discusse permettendo la più ampia partecipazione possibile, soprattutto quando si ipotizzano applicazioni che toccano il cuore stesso delle procedure democratiche, come l'espressione del voto e le operazioni elettorali.

Si profilano in questo campo problematiche di grande complessità e delicatezza, come quelle riguardanti le garanzie della libera determinazione degli elettori, della tutela della riservatezza, del superamento dell'ancora presente digital divide che impedisce una piena padronanza delle nuove tecnologie da parte di tutti i cittadini.

Guardando a questa prospettiva, ritengo molto utile ed interessante l'iniziativa assunta con questo convegno dedicato ad esplorare tutte le possibili implicazioni, anche sul piano dell'articolazione degli strumenti democratici, della nuova tecnologia blockchain.

Le sue possibili applicazioni sono - com'è noto - molto vaste e toccano un'ampia molteplicità di settori. Sono certo che da questo incontro emergeranno spunti e riflessioni che ci consentiranno di comprendere e valutare meglio gli sviluppi di un futuro che è già cominciato.

Il mio auspicio è che il Parlamento inizi a costruire questo futuro e si doti di questi strumenti per poter introdurre nuove forme di partecipazione dei cittadini al dibattito pubblico e nella costruzione del processo legislativo. Le nuove tecnologie possono finalmente mettere al centro la persona, le decisioni della persona, e fare in modo che il dibattito pubblico sia molto più ampio e partecipato. Oggi abbiamo la possibilità di mettere in atto queste innovazioni e la Camera lavorerà in tal senso senz'altro.

Grazie dell'attenzione e buon lavoro.