Indirizzo di saluto alla presentazione della Relazione annuale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
Buongiorno a tutte e a tutti.
Saluto il Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, e gli altri componenti dell'Autorità.
Saluto e ringrazio della loro presenza i colleghi parlamentari e gli esponenti del mondo della comunicazione qui presenti.
La presentazione della relazione annuale dell'AGCOM è un'importante occasione per fare il punto sullo stato e le prospettive di un settore fondamentale non soltanto per la crescita economica ma anche e soprattutto per la tutela di valori e principi costituzionali e per il funzionamento della nostra democrazia.
I media sono da sempre il veicolo per l'espressione di diritti e libertà fondamentali, tutelati dalla nostra Costituzione e dai Trattati europei ed internazionali come la libertà di espressione ed opinione nonché il diritto all'informazione e ad essere informati. Sono divenuti in anni più recenti uno degli ambiti più problematici ma al tempo stesso innovativi per l'espansione dei diritti correlati alla tutela della riservatezza, della dignità della persona e della diversità e dei diritti del consumatore e dell'utente. Hanno inoltre assunto un ruolo chiave per assicurare la piena realizzazione del diritto all'educazione come pure dei valori connessi alla coesione sociale e alle pari opportunità.
Ma i mezzi di comunicazione sono a mio avviso soprattutto lo strumento primario per consentire a ogni cittadino di "conoscere per deliberare" - secondo il titolo di un famoso articolo di Luigi Einaudi. Einaudi sottolineava che "non conosce chi cerca, bensì colui che sa cercare"; parole che assumono una portata significativa in un contesto, come quello attuale, in cui il modo di accedere alle informazioni è cambiato: abbiamo nella nostra disponibilità una mole sempre più ampia di contenuti che possiamo ottenere sempre più velocemente. Da qui la necessità di saper cercare districandosi tra fonti numerose e variegate.
La capacità di accesso all'informazione e quindi la conoscenza sono più che mai i presupposti sia per una partecipazione consapevole alla democrazia rappresentativa, sia, in misura crescente, la base per l'attivazione e lo sviluppo degli strumenti di democrazia partecipativa e diretta.
Il sistema delle comunicazioni in tutte le sue articolazioni - dal legislatore al regolatore, dagli editori ai giornalisti e più ancora i giganti del web e i social media - ha dunque una responsabilità primaria: offrire a tutti gli strumenti per comprendere, malgrado la loro complessità e conflittualità, i fenomeni e le tendenze che attraversano la nostra società e in generale il mondo, contribuendo a chiarire la portata reale dei problemi, le loro dimensioni e implicazioni. E questo avendo cura e attenzione per il linguaggio da utilizzare per fare informazione su temi e fenomeni di rilevante complessità. Anche da qui passa la responsabilità del mondo della comunicazione.
Si tratta di un compito oggi più difficile che mai in un'epoca caratterizzata da una fortissima semplificazione dei fatti e delle opinioni e della mediatizzazione estrema del dibattito pubblico e politico.
Ed è per queste ragioni che tutti gli ambiti illustrati dalla relazione risultano decisivi ai fini del corretto funzionamento del settore delle comunicazioni.
Ciò vale anzitutto per i lavori in corso a livello europeo per completare il mercato unico digitale e promuovere la competitività delle imprese europee del settore. Dopo il roaming e gli interventi in materia di net neutrality, è certamente importante adottare misure per assicurare la copertura universale a 100 mega a tutti i cittadini e aprire la strada alla Giga Society nel 2025, realizzando gli obiettivi 5G e lo sviluppo delle infrastrutture di accesso adeguate.
Obiettivi che vanno ribaditi nel nostro continente con forza e senza esitazioni anche alla luce del tentativo di superamento della net neutrality condotto invece negli Stati Uniti.
Fondamentale è poi la corretta applicazione delle regole di concorrenza - in particolare la vigilanza sulle concentrazioni e sugli abusi di posizione dominante - che assume in questo ambito un'importanza particolare per l'effettività dei valori costituzionali del pluralismo e della libertà di opinione e di informazione nonché per i diritti degli utenti.
E proprio questa stretta connessione fra regole di concorrenza e principi costituzionali sollecita il legislatore a una riflessione sulla disciplina delle posizioni dominanti nel Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC), così come sulla disciplina degli incroci proprietari. Una riflessione volta a verificare se le norme vigenti siano sempre attuali ed efficaci rispetto alle finalità per cui sono state pensate.
Non solo, le soglie di concentrazione nel sistema delle comunicazioni dovrebbero costituire per il legislatore il
presupposto di un ragionamento non più rinviabile anche sulla disciplina del conflitto d'interessi.
Penso quindi a una riflessione organica del Parlamento su questi temi, che sono strettamente collegati fra loro. Questi temi sono importantissimi e vanno affrontati da questo Parlamento. E il tema del conflitto d'interessi in generale che c'è nel nostro Paese va affrontato a tutti i costi in questa legislatura.
Non possono inoltre essere trascurati, per la loro delicatezza, gli aspetti connessi all'attuazione della riforma in materia di cinema e audiovisivo che ha comportato, come ricorda la relazione, l'elaborazione e l'adozione del nuovo quadro di regole da parte dell'AGCOM.
Ma due sono i punti del Rapporto su cui vorrei svolgere qualche considerazione conclusiva più ampia.
Il primo è la constatazione dell'Autorità sul radicale cambiamento dell'asse della comunicazione che si è spostata sempre di più su Internet e soprattutto sui social network.
La relazione dà conto giustamente del fatto che ciò investe nel profondo tutti i settori di competenza dell'AGCOM, dalla par condicio alla tutela del consumatore, dalla fruizione di contenuti non editoriali ma di grande share, alla stampa che sta vivendo un processo di cambiamento epocale trovandosi a fronteggiare le novità - in termini di linguaggio, tecnologia e tempistiche - introdotte dalla comunicazione via social e via web.
Si tratta di mutamenti che impongono a tutti gli attori istituzionali e non istituzionali un'attenta riflessione sulle garanzie dei diritti in rete e sull' opportunità, richiamata dalla relazione, di un intervento legislativo a fronte dei problemi posti da casi clamorosi come quelli di Cambridge Analytica.
E ricordo a questo riguardo che una mozione approvata all'unanimità dalla Camera nel novembre 2015, per recepire i contenuti della "Dichiarazione dei diritti in Internet", statuisce che "Internet è strumento imprescindibile per promuovere la partecipazione individuale e collettiva ai processi democratici e l'eguaglianza sostanziale".
Il secondo ed ultimo aspetto, che anche alla luce della mia esperienza nella passata legislatura considero fondamentale, attiene al controllo dell'Autorità sul rispetto degli obblighi del nuovo contratto di servizio pubblico RAI. Auspico che tale controllo sia orientato sempre di più al rafforzamento della qualità dell'offerta del servizio pubblico, un elemento distintivo e imprescindibile che la stessa Autorità non ha mancato di sottolineare nel corso del procedimento di definizione del nuovo contratto di servizio.
Indirizzo di saluto alla presentazione della Relazione annuale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
Buongiorno a tutte e a tutti.
Saluto il Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, e gli altri componenti dell'Autorità.
Saluto e ringrazio della loro presenza i colleghi parlamentari e gli esponenti del mondo della comunicazione qui presenti.
La presentazione della relazione annuale dell'AGCOM è un'importante occasione per fare il punto sullo stato e le prospettive di un settore fondamentale non soltanto per la crescita economica ma anche e soprattutto per la tutela di valori e principi costituzionali e per il funzionamento della nostra democrazia.
I media sono da sempre il veicolo per l'espressione di diritti e libertà fondamentali, tutelati dalla nostra Costituzione e dai Trattati europei ed internazionali come la libertà di espressione ed opinione nonché il diritto all'informazione e ad essere informati. Sono divenuti in anni più recenti uno degli ambiti più problematici ma al tempo stesso innovativi per l'espansione dei diritti correlati alla tutela della riservatezza, della dignità della persona e della diversità e dei diritti del consumatore e dell'utente. Hanno inoltre assunto un ruolo chiave per assicurare la piena realizzazione del diritto all'educazione come pure dei valori connessi alla coesione sociale e alle pari opportunità.
Ma i mezzi di comunicazione sono a mio avviso soprattutto lo strumento primario per consentire a ogni cittadino di "conoscere per deliberare" - secondo il titolo di un famoso articolo di Luigi Einaudi. Einaudi sottolineava che "non conosce chi cerca, bensì colui che sa cercare"; parole che assumono una portata significativa in un contesto, come quello attuale, in cui il modo di accedere alle informazioni è cambiato: abbiamo nella nostra disponibilità una mole sempre più ampia di contenuti che possiamo ottenere sempre più velocemente. Da qui la necessità di saper cercare districandosi tra fonti numerose e variegate.
La capacità di accesso all'informazione e quindi la conoscenza sono più che mai i presupposti sia per una partecipazione consapevole alla democrazia rappresentativa, sia, in misura crescente, la base per l'attivazione e lo sviluppo degli strumenti di democrazia partecipativa e diretta.
Il sistema delle comunicazioni in tutte le sue articolazioni - dal legislatore al regolatore, dagli editori ai giornalisti e più ancora i giganti del web e i social media - ha dunque una responsabilità primaria: offrire a tutti gli strumenti per comprendere, malgrado la loro complessità e conflittualità, i fenomeni e le tendenze che attraversano la nostra società e in generale il mondo, contribuendo a chiarire la portata reale dei problemi, le loro dimensioni e implicazioni. E questo avendo cura e attenzione per il linguaggio da utilizzare per fare informazione su temi e fenomeni di rilevante complessità. Anche da qui passa la responsabilità del mondo della comunicazione.
Si tratta di un compito oggi più difficile che mai in un'epoca caratterizzata da una fortissima semplificazione dei fatti e delle opinioni e della mediatizzazione estrema del dibattito pubblico e politico.
Ed è per queste ragioni che tutti gli ambiti illustrati dalla relazione risultano decisivi ai fini del corretto funzionamento del settore delle comunicazioni.
Ciò vale anzitutto per i lavori in corso a livello europeo per completare il mercato unico digitale e promuovere la competitività delle imprese europee del settore. Dopo il roaming e gli interventi in materia di net neutrality, è certamente importante adottare misure per assicurare la copertura universale a 100 mega a tutti i cittadini e aprire la strada alla Giga Society nel 2025, realizzando gli obiettivi 5G e lo sviluppo delle infrastrutture di accesso adeguate.
Obiettivi che vanno ribaditi nel nostro continente con forza e senza esitazioni anche alla luce del tentativo di superamento della net neutrality condotto invece negli Stati Uniti.
Fondamentale è poi la corretta applicazione delle regole di concorrenza - in particolare la vigilanza sulle concentrazioni e sugli abusi di posizione dominante - che assume in questo ambito un'importanza particolare per l'effettività dei valori costituzionali del pluralismo e della libertà di opinione e di informazione nonché per i diritti degli utenti.
E proprio questa stretta connessione fra regole di concorrenza e principi costituzionali sollecita il legislatore a una riflessione sulla disciplina delle posizioni dominanti nel Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC), così come sulla disciplina degli incroci proprietari. Una riflessione volta a verificare se le norme vigenti siano sempre attuali ed efficaci rispetto alle finalità per cui sono state pensate.
Non solo, le soglie di concentrazione nel sistema delle comunicazioni dovrebbero costituire per il legislatore il
presupposto di un ragionamento non più rinviabile anche sulla disciplina del conflitto d'interessi.
Penso quindi a una riflessione organica del Parlamento su questi temi, che sono strettamente collegati fra loro. Questi temi sono importantissimi e vanno affrontati da questo Parlamento. E il tema del conflitto d'interessi in generale che c'è nel nostro Paese va affrontato a tutti i costi in questa legislatura.
Non possono inoltre essere trascurati, per la loro delicatezza, gli aspetti connessi all'attuazione della riforma in materia di cinema e audiovisivo che ha comportato, come ricorda la relazione, l'elaborazione e l'adozione del nuovo quadro di regole da parte dell'AGCOM.
Ma due sono i punti del Rapporto su cui vorrei svolgere qualche considerazione conclusiva più ampia.
Il primo è la constatazione dell'Autorità sul radicale cambiamento dell'asse della comunicazione che si è spostata sempre di più su Internet e soprattutto sui social network.
La relazione dà conto giustamente del fatto che ciò investe nel profondo tutti i settori di competenza dell'AGCOM, dalla par condicio alla tutela del consumatore, dalla fruizione di contenuti non editoriali ma di grande share, alla stampa che sta vivendo un processo di cambiamento epocale trovandosi a fronteggiare le novità - in termini di linguaggio, tecnologia e tempistiche - introdotte dalla comunicazione via social e via web.
Si tratta di mutamenti che impongono a tutti gli attori istituzionali e non istituzionali un'attenta riflessione sulle garanzie dei diritti in rete e sull' opportunità, richiamata dalla relazione, di un intervento legislativo a fronte dei problemi posti da casi clamorosi come quelli di Cambridge Analytica.
E ricordo a questo riguardo che una mozione approvata all'unanimità dalla Camera nel novembre 2015, per recepire i contenuti della "Dichiarazione dei diritti in Internet", statuisce che "Internet è strumento imprescindibile per promuovere la partecipazione individuale e collettiva ai processi democratici e l'eguaglianza sostanziale".
Il secondo ed ultimo aspetto, che anche alla luce della mia esperienza nella passata legislatura considero fondamentale, attiene al controllo dell'Autorità sul rispetto degli obblighi del nuovo contratto di servizio pubblico RAI. Auspico che tale controllo sia orientato sempre di più al rafforzamento della qualità dell'offerta del servizio pubblico, un elemento distintivo e imprescindibile che la stessa Autorità non ha mancato di sottolineare nel corso del procedimento di definizione del nuovo contratto di servizio.
Vi ringrazio.