30/10/2018
Camera dei deputati, Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari

Intervento del Presidente della Camera dei deputati in occasione della proiezione del documentario '4.11.1918 FINE'

Buongiorno a tutti e a tutte,

Saluto il Ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro e ringrazio per la produzione del documentario "4-11-1918 FINE" il Presidente della RAI Marcello Foa e la direttrice di Rai Storia Silvia Calandrelli.

Oggi con noi ci sono anche gli studenti del Liceo scientifico Grassi di Latina, a cui do il benvenuto alla Camera e che ringrazio per la partecipazione a questa iniziativa.

Questo lavoro si basa su testimonianze di prima mano - diari, memorie, lettere di soldati e ufficiali - e immagini dell'epoca. Racconta il modo in cui gli italiani hanno vissuto un momento particolarmente rilevante nella storia del nostro Paese.

Il recupero della memoria dei protagonisti, al di là di ogni retorica, è il modo migliore per celebrare qui alla Camera dei deputati il centenario del novembre 1918: la fine della Prima guerra mondiale.

La Camera, come ho sottolineato nel mio discorso di insediamento, è e deve essere sempre di più un'istituzione pensante, un'istituzione culturale. Aperta a eventi, come quello di oggi, che stimolino la riflessione e il dibattito, dentro e fuori il Parlamento. Ed è quindi molto importante che oggi siano qui presenti tanti studenti.

Ricordiamo una data che certamente è una pietra miliare nella storia del nostro Paese e nella formazione della nostra identità di italiani. Senza mai dimenticare che furono - solo in Italia - almeno un milione e duecentomila i morti, militari e civili. Sebbene vi siano stime con dati diversi nettamente superiori. Altrettanti i mutilati e gli invalidi permanenti. Immani le devastazioni.

Come si legge nella presentazione del documentario, il 4 novembre del 1918 poté essere finalmente pronunciata la parola più attesa da tutti gli italiani, al fronte o a casa: FINE!

Purtroppo la fine della Grande guerra non segnò l'inizio di un periodo di pace, libertà e benessere, come tutti si auguravano quel 4 novembre.

Conosciamo bene le drammatiche conseguenze che quel conflitto - con le forzature e le asimmetrie dei successivi Trattati di Pace - produssero in Italia e in Europa. Concorrendo a porre le basi del malessere, del disagio, della povertà, dell'insicurezza, dei gravi conflitti sociali, dei disordini, dei nazionalismi in cui trovarono terreno di coltura il fascismo, il nazismo e le altre dittature.

A porre le basi del processo che avrebbe portato alla Seconda guerra mondiale.

Nel ricordare il centenario della fine della Prima guerra mondiale dobbiamo dunque rivolgere un pensiero commosso a quanti persero la vita - su tutti i fronti - civili e militari.

Ma dobbiamo soprattutto ribadire che la Guerra non può mai, per nessun motivo, essere lo strumento per risolvere controversie tra Paesi e popoli, per quanto gravi, e per realizzare ideali ed aspirazioni.

Vi ringrazio.