04/12/2018
Montecitorio, Sala della Lupa

Indirizzo di saluto in occasione dell'incontro 'Cento anni di Stampa parlamentare'

Sono contento di partecipare oggi a questa iniziativa per celebrare i cento anni della stampa parlamentare. Era infatti il 20 dicembre del 1918 quando lo Statuto del Sindacato della Stampa Parlamentare venne pubblicato. È significativo che questa ricorrenza coincida con il Centenario dell'Aula di Montecitorio disegnata dall'architetto Basile. È un pezzo di strada percorso insieme che assume un valore prezioso per questa istituzione, per la stampa e per il Paese.

Sono convinto che la memoria delle istituzioni sia fondamentale. Tutto ciò che abbiamo fatto resta e resterà sempre nel nostro bagaglio culturale e contribuisce a caratterizzare la nostra stessa identità. Ricordare non è mai un mero esercizio di stile, ma è una riflessione di senso compiuto su chi siamo, partendo dalla memoria di chi siamo stati. E questo ragionamento va declinato anche per le istituzioni. Per cui iniziative come questa odierna vanno valorizzate e ripetute.

La stampa parlamentare ha segnato la storia di questo Paese. Ha avuto e ha una centralità nel racconto dell'Italia: i suoi cambiamenti ed evoluzioni, così come le sfide che ha affrontato. Ritengo che si possa a buon titolo parlare di una dimensione istituzionale dell'Associazione stampa parlamentare.

Credo che voi oggi condividiate con il Parlamento una missione: fare in modo che le persone che vivono fuori da questo palazzo conoscano nel dettaglio tutto quello che succede qui dentro. E in questo modo possano partecipare alla vita pubblica, vivendo la propria dimensione civica nel modo più consapevole e ampio possibile. Sono convinto che il racconto politico-parlamentare sia una chiave decisiva per la partecipazione. Se vivo, frequento, conosco e capisco quello che succede qui, poi sarò capace di fare scelte, partecipare in prima persona, incidere nella vita pubblica come cittadino consapevole.

I temi che sono oggi all'ordine dei lavori sono diversi e tutti interessanti. Mi spiace non aver potuto seguire gli interventi degli storici che sono stati protagonisti della prima parte della mattinata, affrontando l'evoluzione dei rapporti tra giornalismo, istituzioni e forze politiche. Ascolterò invece con interesse gli interventi dei direttori sulle sfide dell'informazione nello scenario attuale.

Mi permetto una breve riflessione proprio rispetto all'argomento che avrà fra poco seguito.

Il giornalismo parlamentare ha tante anime, come tanti sono gli strumenti con cui si racconta la politica: qui ci sono direttori di testate online, telegiornali, agenzie e quotidiani. A tal proposito approfitto della circostanza per fare gli auguri al quotidiano Avvenire che proprio oggi compie cinquant'anni, così come a un nuovo progetto, quello di Open di Enrico Mentana.

Dicevo della diversità degli strumenti di cui dispone la stampa - parlamentare e non - ma credo che una sfida molto interessante in questa fase storica sia quella della comunicazione integrata. Nessuna testata oggi utilizza un singolo strumento: tutte sono multimediali, presenti sul web e sui social.

Fra poco parlerete proprio del ruolo dei social network. Pure rispetto a questo tema possiamo condividere un ragionamento: noi tutti dobbiamo stare attenti ad essere consapevoli nella gestione di uno strumento che può essere di formidabile impatto positivo ma ha dei limiti, come ogni strumento. E su questo serve essere responsabili. La responsabilità è proprio l'elemento caratterizzante del giornalismo. Ciò che vi distingue e vi dà credibilità e autorevolezza.

Chiudo ribadendo un concetto: comunicazione e informazione devono restare distinte. Ognuna con una sua etica, ma sempre e comunque distinte. Troppo spesso invece vengono usate come sinonimi, mettendo a rischio sia la politica sia il giornalismo.

Non credo che davanti a temi complessi ci siano risposte semplici. C'è però uno spazio per riflessioni che i relatori quest'oggi presenti sapranno senza dubbio sviluppare.

Buon lavoro.