Saluto introduttivo alla presentazione del 'Rapporto SVIMEZ 2018 L'economia e la società del Mezzogiorno'
Buongiorno a tutte, buongiorno a tutti.
Vi ringrazio per la vostra partecipazione all'evento odierno. Saluto il Ministro Barbara Lezzi. Saluto e ringrazio per l'invito ad intervenire il Presidente e il Direttore della SVIMEZ, Adriano Giannola e Luca Bianchi.
Voglio introdurre brevemente lapresentazione "Rapporto SVIMEZ 2018 riaffermando anzitutto checredo fortemente nel nostro Sud. Credo che oggi esso rappresenti l'opportunità più grande che il nostro Paese ha di creare sviluppo sostenibile e durevole e valore aggiunto nonché di attrarre investimenti.
Sono infatti convinto cheil Mezzogiorno sia il luogo migliore dove poter investire e portare avanti politiche lungimiranti. Politiche lungimiranti sull'energia, politiche lungimiranti sulla innovazione e le nuove tecnologie, politiche lungimiranti sull'istruzione, anche universitaria, e sulla ricerca, politiche lungimiranti sulla rigenerazione urbana e sul valore del territorio.
Purtroppo, leggendo il "Rapporto SVIMEZ 2018" emerge una situazione non confortante. Si registra addirittura in alcuni casi un arretramento o un'inversione di tendenza negativa rispetto al passato.
Mi limiterò a richiamare alcuni dati particolarmente significativi.
Colpiscono soprattutto gli indicatori relativi all'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei: ci sono regioni infatti che sono troppo indietro, quasi ferme nella attuazione dei rispettivi programmi operativi. Ciò, al di là di qualsiasi considerazione politica, evidenzia quanto sia necessaria per le regioni e le stesse amministrazioni centrali consolidare una capacità di progettazione e di gestione delle risorse più qualificata e strutturata. E analoghe considerazioni valgono per gli altri enti territoriali e locali: tanti comuni, anche dei piccoli comuni, che al loro interno non hanno la capacità e le competenze per riuscire a utilizzare i fondi nazionali ed europei che si possono e si devono spendere in modo efficace e tempestivo.
Un altro dato messo in evidenza dal rapporto Svimez che mi preoccupa fortemente attiene al fatto che negli ultimi anni si è registrata - purtroppo - una forte ripresa dell'emigrazione interna ed estera dal Mezzogiorno, che abbraccia tutte le categorie sociali. Moltissimi studenti universitari si formano al Sud e poi sono costretti ad andare all'estero. Contribuiscono così alla crescita del Paese nel quale andranno a risiedere.
Io sono di Napoli, vengo dal Sud e conosco bene le potenzialità e le opportunità che il nostro meridione ha. Conosco bene le qualità e le capacità che i nostri giovani nel Sud Italia hanno. E pertanto sono certo che la loro emigrazione impoverisce ulteriormente il tessuto intellettuale e sociale delle regioni meridionali compromettendone così le prospettive di sviluppo.
Il terzo ed ultimo punto di cui voglio parlare, riguarda il miglioramento della qualità e dell'efficienza dei servizi pubblici nel Sud: dalla sanità ai trasporti, alla qualità degli uffici pubblici. Se non si erogano adeguatamente e si rendono più efficienti questi servizi, vengono violati i diritti veri e propri di cittadinanza. Anche su questo fronte occorre lavorare con dedizione e mettere e a disposizione risorse adeguate.
In conclusione, credo che abbiamo tutti il dovere, ciascun secondo il suo ruolo, di contribuire a fermare queste dinamiche negative.
Dobbiamo tutti interrogarci su come poter migliorare la qualità e il ritmo dello sviluppo nel Sud Italia.
E per fare ciò dobbiamo stabilire in via preliminare che modello di Sud vogliamo, su quali politiche vogliamo investire, perché solo in questo modo possiamo riuscire a comprendere il valore che davvero possiamo creare.
Credo fermamente che il Mezzogiorno sia il luogo in cui avviare una più generale trasformazione e salto di qualità del modello di sviluppo del nostro Paese. I n cui si possa segnare una svolta per invertire non soltanto gli indicatori della crescita, della occupazione e della competitività, ma anche e soprattutto la qualità generale dell'economia e della società nostro Paese.
Perché il Sud è davvero una bella storia, che può essere raccontata in tanti modi. E noi possiamo e dobbiamo far sì che ci sia, definitivamente, un cambio di passo e un cambio di marcia per questa parte importante del nostro Paese.
Saluto introduttivo alla presentazione del 'Rapporto SVIMEZ 2018 L'economia e la società del Mezzogiorno'
Buongiorno a tutte, buongiorno a tutti.
Vi ringrazio per la vostra partecipazione all'evento odierno. Saluto il Ministro Barbara Lezzi. Saluto e ringrazio per l'invito ad intervenire il Presidente e il Direttore della SVIMEZ, Adriano Giannola e Luca Bianchi.
Voglio introdurre brevemente la presentazione "Rapporto SVIMEZ 2018 riaffermando anzitutto checredo fortemente nel nostro Sud. Credo che oggi esso rappresenti l'opportunità più grande che il nostro Paese ha di creare sviluppo sostenibile e durevole e valore aggiunto nonché di attrarre investimenti.
Sono infatti convinto che il Mezzogiorno sia il luogo migliore dove poter investire e portare avanti politiche lungimiranti. Politiche lungimiranti sull'energia, politiche lungimiranti sulla innovazione e le nuove tecnologie, politiche lungimiranti sull'istruzione, anche universitaria, e sulla ricerca, politiche lungimiranti sulla rigenerazione urbana e sul valore del territorio.
Purtroppo, leggendo il "Rapporto SVIMEZ 2018" emerge una situazione non confortante. Si registra addirittura in alcuni casi un arretramento o un'inversione di tendenza negativa rispetto al passato.
Mi limiterò a richiamare alcuni dati particolarmente significativi.
Colpiscono soprattutto gli indicatori relativi all'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei: ci sono regioni infatti che sono troppo indietro, quasi ferme nella attuazione dei rispettivi programmi operativi. Ciò, al di là di qualsiasi considerazione politica, evidenzia quanto sia necessaria per le regioni e le stesse amministrazioni centrali consolidare una capacità di progettazione e di gestione delle risorse più qualificata e strutturata. E analoghe considerazioni valgono per gli altri enti territoriali e locali: tanti comuni, anche dei piccoli comuni, che al loro interno non hanno la capacità e le competenze per riuscire a utilizzare i fondi nazionali ed europei che si possono e si devono spendere in modo efficace e tempestivo.
Un altro dato messo in evidenza dal rapporto Svimez che mi preoccupa fortemente attiene al fatto che negli ultimi anni si è registrata - purtroppo - una forte ripresa dell'emigrazione interna ed estera dal Mezzogiorno, che abbraccia tutte le categorie sociali. Moltissimi studenti universitari si formano al Sud e poi sono costretti ad andare all'estero. Contribuiscono così alla crescita del Paese nel quale andranno a risiedere.
Io sono di Napoli, vengo dal Sud e conosco bene le potenzialità e le opportunità che il nostro meridione ha. Conosco bene le qualità e le capacità che i nostri giovani nel Sud Italia hanno. E pertanto sono certo che la loro emigrazione impoverisce ulteriormente il tessuto intellettuale e sociale delle regioni meridionali compromettendone così le prospettive di sviluppo.
Il terzo ed ultimo punto di cui voglio parlare, riguarda il miglioramento della qualità e dell'efficienza dei servizi pubblici nel Sud: dalla sanità ai trasporti, alla qualità degli uffici pubblici. Se non si erogano adeguatamente e si rendono più efficienti questi servizi, vengono violati i diritti veri e propri di cittadinanza. Anche su questo fronte occorre lavorare con dedizione e mettere e a disposizione risorse adeguate.
In conclusione, credo che abbiamo tutti il dovere, ciascun secondo il suo ruolo, di contribuire a fermare queste dinamiche negative.
Dobbiamo tutti interrogarci su come poter migliorare la qualità e il ritmo dello sviluppo nel Sud Italia.
E per fare ciò dobbiamo stabilire in via preliminare che modello di Sud vogliamo, su quali politiche vogliamo investire, perché solo in questo modo possiamo riuscire a comprendere il valore che davvero possiamo creare.
Credo fermamente che il Mezzogiorno sia il luogo in cui avviare una più generale trasformazione e salto di qualità del modello di sviluppo del nostro Paese. I n cui si possa segnare una svolta per invertire non soltanto gli indicatori della crescita, della occupazione e della competitività, ma anche e soprattutto la qualità generale dell'economia e della società nostro Paese.
Perché il Sud è davvero una bella storia, che può essere raccontata in tanti modi. E noi possiamo e dobbiamo far sì che ci sia, definitivamente, un cambio di passo e un cambio di marcia per questa parte importante del nostro Paese.
Grazie.