19/06/2019
Montecitorio, Sala della Regina

Partecipazione alla presentazione della Relazione annuale dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

Buongiorno a tutti e a tutte.

Signor Presidente della Repubblica, signora Garante per l'infanzia e l'adolescenza, autorità.

Vi ringrazio per essere intervenuti alla Presentazione della Relazione 2018 dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.

Rivolgo un saluto particolare a tutti i ragazzi e le ragazze qui presenti perché oggi parleremo dei loro diritti. Dei diritti di tutte le persone di minore età presenti nel nostro Paese, a prescindere dalla loro origine nazionale, etnica o sociale.

Quest'anno la relazione del Garante presenta un rilievo particolare in quanto, come sapete, ricorre il trentennale della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

Una ricorrenza che la Camera ha voluto celebrare ospitando il mese scorso in Aula un progetto teatrale promosso dall'Unicef, con più di 500 studenti seduti nei banchi dove abitualmente siedono i deputati.

La Convenzione riconosce a tutti i bambini e le bambine, a tutti gli adolescenti un nucleo intangibile di diritti fondamentali che le istituzioni, nazionali e sovranazionali, devono tutelare e promuovere, senza deroghe o eccezioni.

È il trattato internazionale in materia di diritti umani con il maggior numero di ratifiche da parte degli Stati. Ma ciò non assicura purtroppo il suo effettivo rispetto e la sua attuazione.

La relazione che viene presentata dimostra come anche nel nostro Paese molto resti da fare a questo proposito.

L'Autorità pone l'attenzione su alcuni profili critici che chiamano direttamente in causa il ruolo del Parlamento e riguardano quei minori che per la propria condizione personale, familiare, sociale versano in uno stato di particolare fragilità. Hanno quindi bisogno di un livello di protezione elevato e interventi specifici da parte delle Istituzioni.

Nel nostro Paese ci sono 1 milione e 200mila bambini e adolescenti in condizioni di povertà assoluta. Molti altri non hanno accesso adeguato a servizi capaci di rispondere alle loro esigenze fondamentali o vivono in situazioni di forte degrado. L'inclusione sociale di questi ragazzi deve essere un obiettivo primario per tutte le Istituzioni. In tal senso è fondamentale promuovere l'adozione di misure per contrastare la povertà educativa e culturale.

La relazione evidenzia come i minori che vivono purtroppo condizioni economiche e sociali disagiate paghino l'assenza dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e socialida garantire - come prevede la Costituzione - su tutto il territorio nazionale.

L'Autorità garante ha proposto a questo riguardo l'introduzione di alcuni specifici LEP che Parlamento e Governo dovrebbero tenere, a mio avviso, in considerazione. Tra questi due priorità: mense scolastiche di qualità in tutte le scuole dell'infanzia e primarie; e nidi pubblici. Da considerare entrambi come servizio universale con costi di funzionamento coperti, almeno per il 50%, dalla fiscalità generale.

Il rapporto analizza inoltre la questione della violenza e devianza minorile e si sofferma sulla proliferazione delle baby gang. Fenomeno questo presente in tutto il territorio nazionale ma che ha assunto tratti di particolare gravità e allarme sociale a Napoli. Non tanto per il numero complessivo di procedimenti a carico dei minorenni, che nel distretto di Napoli è in calo, quanto per la crescente gravità delle condotte che li coinvolgono, soprattutto l'associazione a delinquere di stampo mafioso oa fini di spaccio e le estorsioni.

Questi dati ci confermano come i minori che delinquono siano sempre più uno strumento utilizzato dalle grandi organizzazioni criminali. E che l'azione repressiva pertanto sia necessaria, ma del tutto insufficiente da sola a dare una soluzione strutturale al problema della criminalità minorile a Napoli e altrove. Occorre agire sulle cause economiche e sociali e sulle condizioni ambientali che ne favoriscono lo sviluppo e, così, offrire alla gioventù disagiata prospettive alternative di vita migliori.

Strettamente connesso a questo tema c'è quello del recupero dei minorenni che hanno commesso reati e che sono impegnati in percorsi di formazione, istruzione, inclusione socio-lavorativa, come impone la nostra Carta costituzionale. Dagli istituti penali minorili devono poter uscire persone migliori di quelle che vi sono entrate.

È con questo lo spirito che la Camera ha firmato con i Ministeri della Giustizia e dell'Istruzione un Protocollo di intesa per promuovere l'educazione alla cittadinanza e la conoscenza della Costituzione nelle scuole e nelle carceri minorili.

La relazione riflette poi sulla condizione dei figli delle persone detenute, che hanno - come gli altri bambini - il diritto al mantenimento del legame affettivo con il genitore, anche attraverso incontri e contatti regolari, tranne nei casi in cui ciò sia in contrasto con il superiore interesse della persona di minore età.

Questo diritto - che è stato ribadito recentemente dalla Corte costituzionale - incide positivamente non solo sul genitore recluso, ma soprattutto sullo sviluppo del bambino. Auspico pertanto che esso sia garantito in modo effettivo, anche attraverso l'attuazione della Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti.

Allo stesso tempo auspico che il legislatore continui a interrogarsi e a ricercare le soluzioni più giuste rispetto al fenomeno dei bambini fino a 3 anni che si trovano all'interno delle carceri insieme alle loro madri. È una questione di estrema delicatezza, che chiama in causa la ricerca di un equilibrio fragile, complesso fra il diritto del bambino al mantenimento del legame affettivo con la madre e la piena tutela del suo sviluppo cognitivo nei primi anni di vita.

Il rapporto ci ricorda inoltre che fino a qualche anno fa la maggioranza dei bambini figli di cittadini stranieri era nata all'estero e poi ricongiunta. Oggi invece, secondo i dati ISTAT, oltre 7 su 10 sono nati in Italia.

Occorre che a questi minori sia assicurata una piena integrazione nella nostra società e il godimento di tutti i diritti su un piano di eguaglianza con gli altri bambini ed adolescenti.

Particolarmente delicata è poi la questione della tutela e dei minori migranti e soprattutto di quelli non accompagnati. Bambini e ragazzi, questi ultimi, che giustamente il Garante definisce "tre volte vulnerabili perché di minore età, stranieri e soli".

Il Parlamento è intervenuto approvando un'apposita legge che disciplina tutti gli aspetti relativi alla loro accoglienza e protezione. Occorre dare attuazione a questo provvedimento garantendo in particolare ai minori non accompagnati il diritto all'unità familiare, alla disponibilità di un'abitazione adeguata, alla tutela della loro salute e alla continuità scolastica.

Vorrei infine soffermarmi con voi sui diritti riscritti proprio dai bambini. Un elenco indicato nella relazione che mi ha molto colpito e che credo interesserà anche a voi.

Cosa vogliono i nostri ragazzi:

Diritto al gioco, ma anche alla lentezza e al sogno

Diritto alla diversità e all'unicità

Diritto a scuole accoglienti

Diritto all'ascolto e a esprimere le proprie idee

Diritto alla cultura e alla memoria

Diritto a essere protetti dai bulli

Diritto al tempo con i genitori

Diritto al sorriso

Diritto di partecipare e di sbagliare

Diritto alla bellezza

Richieste su cui dobbiamo riflettere e che devono ispirare il nostro agire. Sono infatti lo specchio dei fondamentali bisogni dei minori. E sono anche il loro modo per sentirsi cittadini attivi.

Non dobbiamo mai dimenticare che ogni nostra scelta ha un impatto anche sui bambini e gli adolescenti. Penso al dovere di solidarietà tra le generazioni che ci impone, per esempio, di preservare le risorse e tutelare il pianeta. E di non ipotecare così il futuro delle nuove generazioni.

Vi ringrazio.