Partecipazione all’incontro ‘La sfida per l’inclusione: il futuro delle persone con disabilità’
Buon giorno a tutte e a tutti.
Saluto i relatori, i colleghi deputati e i sindaci presenti.
Saluto e ringrazio vivamente per l'invito all'evento odierno Salvatore Cimmino, ideatore del progetto "Per un mondo senza barriere e senza frontiere".
Ho letto delle imprese di Salvatore che trovo eccezionali. Il suo è un esempio straordinario di come si possa contribuire allo sviluppo sociale ed economico del Paese. Un esempio che richiama al tempo stesso l'attenzione delle istituzioni e di tutta l'opinione pubblica sui troppi ostacoli che impediscono alla gran parte delle persone disabili di avere una vita dignitosa, autonoma e attiva.
Molte di loro ogni giorno devono superare ostacoli pratici e materiali che limitano in modo grave e sistematico la loro libertà e la fruizione dei loro diritti fondamentali. Barriere - come dice il titolo dell'incontro odierno - architettoniche, economiche, di inserimento nel mondo della scuola, della formazione, del lavoro o dello sport.
Ma anche barriere, non meno forti e non meno gravi, di ordine culturale costituite da pregiudizi, indifferenza, discriminazioni e persino da fenomeni di odio, soprattutto sui social media.
I dati ISTAT ci dicono che la metà delle persone con limitazioni gravi tra 14 e 64 anni non può contare sull'aiuto di parenti; il 36% non può contare, in caso di bisogno, sull'aiuto degli amici e il 43% sull'aiuto di persone che abitano vicino.
Necessitano quindi di un sostegno efficace e sistematico delle Istituzioni pubbliche competenti. I dati forniti sempre da ISTAT non sono confortanti in questo senso.
Un fortissimo ritardo si registra anzitutto per la mobilità e la possibilità di utilizzo di mezzi e luoghi pubblici.
E preoccupanti sono anche i dati relativi alla formazione e all'occupazione, alla vita sociale, alle attività sportive e a quelle culturali.
Di fronte a questa fotografia allarmante nessuno può voltarsi dall'altra parte. Molto deve essere fatto affinché vengano attuate le disposizioni della Costituzione e dei Trattati internazionali relative ai disabili.
Ricordo che l'articolo 38 della Costituzione statuisce che: "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale". E sottolineo che questo articolo declina il più generale principio di eguaglianza di cui all'articolo 3 della Carta in base al quale "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli … che impediscono il pieno sviluppo della persona umana". Tutti gli ostacoli dunque, economici, fisici, culturali e sociali.
La disabilità è dunque un terreno su cui si misura concretamente la capacità di attuare quel modello di società aperta e inclusiva disegnato dalla Carta. Quello di una società che può definirsi realmente democratica se ed in quanto garantisce a tutti pieni diritti e dignità, senza discriminazioni e pregiudizi.
E spetta certamente alle Istituzioni, primo tra tutti al Parlamento, attuare questi principi, colmando il ritardo sinora accumulato.
Nel corso di questo primo scorcio di legislatura alla Camera abbiamo, anche su impulso dei colleghi dell'intergruppo parlamentare per le disabilità, adottato o comunque avviato diverse misure volte a rendere questi palazzi adeguati alle esigenze dei disabili, rimuovendo le barriere architettoniche: dalla installazione o miglioramento di montascale e piattaforme elevatrici alla creazione di appositi piani di appoggio alla buvette per chi usa sedie a ruota.
Ricordo che con la legge di bilancio per il 2019 sono stati istituiti inoltre un Fondo per l'accessibilità e la mobilità delle persone con disabilità, un Fondo per i caregiver familiari, cioè per coloro che assistono un congiunto ammalato e disabile, un Fondo per l'inclusione delle persone sorde e rifinanziato il Fondo non autosufficienza.
Ma sono consapevole che le risorse per questi fondi e quelle complessivamente destinate alla disabilità sono nettamente insufficienti rispetto alle esigenze.
Sono certo che, a partire dalla prossima legge di bilancio le Camere e il Governo sapranno intervenire.
Così credo che vadano valutate con attenzione le proposte all'esame delle Camere che disciplinano alcuni importanti profili per la piena inclusione ed assistenza. Garantire la dignità, il rispetto e l'autonomia alle persone disabili e consentire ad esse di contribuire attivamente alla vita politica, economica e sociale del nostro Paese è una delle grandi questioni nazionali.
Dal modo in cui la politica e le Istituzioni la affronteranno si misura il livello di civiltà del nostro paese.
Partecipazione all’incontro ‘La sfida per l’inclusione: il futuro delle persone con disabilità’
Buon giorno a tutte e a tutti.
Saluto i relatori, i colleghi deputati e i sindaci presenti.
Saluto e ringrazio vivamente per l'invito all'evento odierno Salvatore Cimmino, ideatore del progetto "Per un mondo senza barriere e senza frontiere".
Ho letto delle imprese di Salvatore che trovo eccezionali. Il suo è un esempio straordinario di come si possa contribuire allo sviluppo sociale ed economico del Paese. Un esempio che richiama al tempo stesso l'attenzione delle istituzioni e di tutta l'opinione pubblica sui troppi ostacoli che impediscono alla gran parte delle persone disabili di avere una vita dignitosa, autonoma e attiva.
Molte di loro ogni giorno devono superare ostacoli pratici e materiali che limitano in modo grave e sistematico la loro libertà e la fruizione dei loro diritti fondamentali. Barriere - come dice il titolo dell'incontro odierno - architettoniche, economiche, di inserimento nel mondo della scuola, della formazione, del lavoro o dello sport.
Ma anche barriere, non meno forti e non meno gravi, di ordine culturale costituite da pregiudizi, indifferenza, discriminazioni e persino da fenomeni di odio, soprattutto sui social media.
I dati ISTAT ci dicono che la metà delle persone con limitazioni gravi tra 14 e 64 anni non può contare sull'aiuto di parenti; il 36% non può contare, in caso di bisogno, sull'aiuto degli amici e il 43% sull'aiuto di persone che abitano vicino.
Necessitano quindi di un sostegno efficace e sistematico delle Istituzioni pubbliche competenti. I dati forniti sempre da ISTAT non sono confortanti in questo senso.
Un fortissimo ritardo si registra anzitutto per la mobilità e la possibilità di utilizzo di mezzi e luoghi pubblici.
E preoccupanti sono anche i dati relativi alla formazione e all'occupazione, alla vita sociale, alle attività sportive e a quelle culturali.
Di fronte a questa fotografia allarmante nessuno può voltarsi dall'altra parte. Molto deve essere fatto affinché vengano attuate le disposizioni della Costituzione e dei Trattati internazionali relative ai disabili.
Ricordo che l'articolo 38 della Costituzione statuisce che: "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale". E sottolineo che questo articolo declina il più generale principio di eguaglianza di cui all'articolo 3 della Carta in base al quale "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli … che impediscono il pieno sviluppo della persona umana". Tutti gli ostacoli dunque, economici, fisici, culturali e sociali.
La disabilità è dunque un terreno su cui si misura concretamente la capacità di attuare quel modello di società aperta e inclusiva disegnato dalla Carta. Quello di una società che può definirsi realmente democratica se ed in quanto garantisce a tutti pieni diritti e dignità, senza discriminazioni e pregiudizi.
E spetta certamente alle Istituzioni, primo tra tutti al Parlamento, attuare questi principi, colmando il ritardo sinora accumulato.
Nel corso di questo primo scorcio di legislatura alla Camera abbiamo, anche su impulso dei colleghi dell'intergruppo parlamentare per le disabilità, adottato o comunque avviato diverse misure volte a rendere questi palazzi adeguati alle esigenze dei disabili, rimuovendo le barriere architettoniche: dalla installazione o miglioramento di montascale e piattaforme elevatrici alla creazione di appositi piani di appoggio alla buvette per chi usa sedie a ruota.
Ricordo che con la legge di bilancio per il 2019 sono stati istituiti inoltre un Fondo per l'accessibilità e la mobilità delle persone con disabilità, un Fondo per i caregiver familiari, cioè per coloro che assistono un congiunto ammalato e disabile, un Fondo per l'inclusione delle persone sorde e rifinanziato il Fondo non autosufficienza.
Ma sono consapevole che le risorse per questi fondi e quelle complessivamente destinate alla disabilità sono nettamente insufficienti rispetto alle esigenze.
Sono certo che, a partire dalla prossima legge di bilancio le Camere e il Governo sapranno intervenire.
Così credo che vadano valutate con attenzione le proposte all'esame delle Camere che disciplinano alcuni importanti profili per la piena inclusione ed assistenza. Garantire la dignità, il rispetto e l'autonomia alle persone disabili e consentire ad esse di contribuire attivamente alla vita politica, economica e sociale del nostro Paese è una delle grandi questioni nazionali.
Dal modo in cui la politica e le Istituzioni la affronteranno si misura il livello di civiltà del nostro paese.
Vi ringrazio.