10/09/2020
Montecitorio, Sala Aldo Moro

Presentazione del nuovo allestimento della Sala delle Donne

Buongiorno a tutte e a tutti,

Saluto e ringrazio il Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, la Presidente Laura Boldrini, la Ministra Elena Bonetti, e tutti i colleghi e le colleghe parlamentari presenti.

Rivolgo un saluto e un ringraziamento particolare alla Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, che il prossimo 13 settembre lascerà il suo incarico.

E permettetemi in questa occasione di rivolgere un pensiero e fare gli auguri alla Senatrice Liliana Segre che oggi compie 90 anni. Una donna straordinaria, che ha dedicato la vita a trasmettere memoria, a lottare contro odio e violenza, un esempio di coraggio e di impegno costante portato avanti dentro e fuori le Istituzioni. La nostra comunità le deve molto.

Oggi presentiamo il nuovo allestimento della Sala delle donne inaugurata nel 2016 su iniziativa della Presidente Boldrini, per ricordare il ruolo delle donne nelle nostre istituzioni. In questo spazio sono state esposte le fotografie delle prime donne ad aver ricoperto le più importanti cariche pubbliche: le 21 costituenti, elette nel giugno del 1946 che contribuirono alla stesura della nostra Costituzione; le prime 11 donne elette sindache sempre nel 1946; la prima donna Presidente della Camera, Nilde Iotti, la prima ministra, Tina Anselmi, e la prima presidente di Regione Nenna D'Antonio.

La cerimonia di oggi è volta a dare rilievo a due ulteriori significativi tasselli. Nella sala sono state inserite le foto delle prime due donne elette, rispettivamente, Presidente del Senato e Presidente della Corte Costituzionale. Le ringrazio vivamente di essere intervenute in questa occasione.

Il percorso delle donne dentro e fuori le Istituzioni è stato certamente lento e faticoso. È andato di pari passo con le battaglie per il riconoscimento di diritti e per la conquista di pari opportunità in vari ambiti. Ma molto resta da fare: dal punto di vista culturale, per abbattere stereotipi e comportamenti figli di una società a volte ancora maschilista; ma chiaramente anche dal punto di vista sociale ed economico. Occorre ragionare come una comunità e intervenire con la consapevolezza che le misure da adottare devono rispondere a problemi ed esigenze complessi.

Per questo credo che vada oggi ribadito l'impegno del Parlamento e di tutte le Istituzioni a rimuovere gli ostacoli che impediscono di assicurare - in senso sostanziale e non solo formale - pari opportunità e di mettere fine a persistenti situazioni di diseguaglianza. Sono necessarie politiche di portata generale, rivolte alle donne come agli uomini, che consentano di conciliare lavoro e vita familiare, di creare occupazione di qualità e con retribuzioni adeguate, di garantire servizi sociali efficienti e diffusi. E di accrescere così il ruolo delle donne nelle istituzioni, nell'economia e nella società valorizzandone le qualità professionali, il merito e l'impegno.

Pensare che possano ancora esistere differenze salariali - parità di ruoli - fra uomini e donne è inaccettabile e profondamente offensivo. Ci impone una riflessione.

Pensiamo poi all'impatto che l'emergenza Covid ha provocato e che vede le donne come una delle categorie più colpite.

Uno degli imperativi della ripartenza è quello di superare - nel contesto di un nuovo modello di sviluppo socialmente ed economicamente sostenibile - tutte le gravi diseguaglianze che permangono nel nostro Paese, incluse quelle di genere.

In questa prospettiva, considero molto importante questa breve e simbolica cerimonia oggi alla Camera, casa della democrazia, luogo dove si costruisce il futuro, dove si è data e di dà quotidianamente forma ai diritti.

La Sala delle donne ha infatti la funzione di ricordare che gli obiettivi che sono stati raggiunti nel tempo sono stati il frutto di un lungo lavoro, il frutto di battaglie contro odiosi stereotipi e pregiudizi, il frutto dell'impegno di persone tenaci che hanno lottato perché la nostra società potesse diventare più giusta e si arricchisse con l'impegno delle donne in tutti gli ambiti.

Non dimentichiamo mai che il grado di civiltà di un Paese si misura dalla condizione vissuta dalle donne e dal modo in cui possono contribuire sostanzialmente e attivamente ai passi avanti che può fare la società.

Do ora la parola alla Presidente Boldrini che, come ricordato, ha inaugurato questo spazio quattro anni fa. Quindi interverranno Marta Cartabia, Presidente della Corte costituzionale ed Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato della Repubblica.