29/10/2020
Montecitorio, Sala Aldo Moro

Partecipazione alla presentazione della Relazione annuale INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale)

Buongiorno a tutti e a tutte.

Saluto e ringrazio il Presidente dell'INPS, Pasquale Tridico, e tutti coloro che assistono da remoto alla presentazione della relazione annuale dell'INPS, la quale quest'anno si inserisce in un momento estremamente difficile per il nostro Paese.

L'emergenza Covid ha infatti prodotto - e purtroppo continuerà a produrre nei prossimi mesi - un impatto profondo sul tessuto sociale ed economico del nostro Paese. Per fare fronte alle conseguenze dell'emergenza è stato necessario adottare a più riprese misure di protezione e di sostegno a beneficio dei lavoratori, delle imprese e dei cittadini in generale.

In questo quadro la relazione INPS ci offre gli elementi per valutare gli effetti reali di queste misure e per meglio individuare anche le linee di intervento per garantire la coesione sociale e l'equità a fronte della recrudescenza dell'epidemia e dei provvedimenti di contenimento messi in campo. Ugualmente formula indicazioni importanti di cui tenere conto, nel medio e lungo periodo, una volta superata l'emergenza Covid.

La relazione conferma anzitutto che la crisi dovuta alla pandemia ha colpito soprattutto le categorie più fragili e meno protette: i lavoratori a tempo determinato, i liberi professionisti, gli stagionali, i precari e le partite IVA.

E stima che i vari interventi di supporto per le categorie economicamente più colpite dall'emergenza sanitaria hanno sinora ridotto la relativa perdita di reddito del 55% ed evitato che circa 302 mila persone finissero a rischio di povertà.

Si tratta di un dato apprezzabile, anche se per alcune categorie la compensazione è stata parziale, alla luce delle risorse disponibili.

Al tempo stesso, è evidente che vanno valutati i rischi che possono prospettarsi in questa fase: un aumento drammatico della disoccupazione, la chiusura definitiva di piccole e medie imprese e l'impoverimento di ampi strati della popolazione, con la conseguente crescita di sentimenti di delusione e mancanza di fiducia.

Di fronte a questa situazione è dovere del Parlamento e del Governo mettere in campo tutte le misure necessarie per scongiurare la lacerazione del tessuto economico, sociale e della coesione della nostra comunità. Occorre dare risposte rapide. Credo dunque che si debba intervenire su due livelli.

Da un lato, occorre a breve termine predisporre misure di sostegno diretto, temporaneo e proporzionato al reddito, senza lasciare nessuno solo, sulla scia di quanto predisposto dal nuovo decreto Ristori.

Dall'altro, a medio e lungo termine, occorre disegnare una strategia organica di rilancio dello sviluppo del Paese, in senso socialmente ed economicamente sostenibile. Che consenta dunque di riassorbire gli effetti della crisi attraverso una ripresa stabile e duratura, con creazione di nuove opportunità e di posti di lavoro. Il Paese deve fare un salto di qualità. Cruciale sarà in questa direzione l'utilizzo delle ingenti risorse stanziate dall'Unione europea mediante il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, alla cui elaborazione le Camere stanno partecipando attivamente. Bisogna dunque agire sull'emergenza senza perdere la visione del futuro.

Di grande utilità per il Parlamento e l'opinione pubblica sono anche le analisi operate dal rapporto in merito all'efficacia di altri strumenti di competenza dell'INPS, a partire dal reddito e dalla pensione di cittadinanza.

La relazione ci ricorda che questi strumenti hanno avuto un impatto benefico sia sulla diseguaglianza complessiva che sul tasso di povertà. Ciò conferma come - smentendo vari pregiudizi - questo istituto abbia apportato un beneficio tangibile alle fasce più disagiate della popolazione.

Un beneficio tanto più importante nella crisi attuale: INPS segnala che i beneficiari del reddito di cittadinanza sono passati da circa 2,5 milioni a gennaio 2020 a oltre 3,1 milioni a settembre 2020. Questa misura - che è sicuramente bisognosa di affinamenti sul fronte dell'inserimento nel mercato del lavoro - sembra dunque aver concorso in misura determinante ad evitare, nello scenario pandemico, l'esplosione della povertà nonché a sostenere i consumi e quindi l'economia in una fase di grave recessione.

Hanno ugualmente avuto un ruolo significativo in questo periodo altre misure di sostegno come la cassa integrazione e le varie forme di integrazione salariale che a fronte della emergenza Covid hanno registrato una estensione impressionante. L'Istituto ha messo in campo un grande sforzo operativo in questi mesi, uno sforzo che va completato per permettere l'erogazione del 100% dei contributi previsti.

Più in generale INPS sottolinea la forte frammentarietà e complessità del sistema vigente, invitando quindi il Legislatore a valutare una riforma organica degli ammortizzatori sociali, con l'obiettivo di proteggere tutti coloro che, pur dotati di una piena capacità lavorativa, si trovino in una situazione di bisogno per mancanza temporanea di occupazione.

Mi riferisco anche alle stime operate da INPS sugli effetti e sui costi della introduzione di un "assegno unico" - che unifichi alcune prestazioni di welfare di cui oggi si avvalgono le famiglie - o del salario minimo orario, cioè di un minimo salariale contrattuale da garantire ad ogni ora lavorata.

Molto importanti infine sono le considerazioni formulate nella Relazione in materia di pensioni.

Alla luce della crisi attuale e delle dinamiche del mercato del lavoro dobbiamo porci tutti l'obiettivo di assicurare che i giovani - cui si applica interamente il sistema contributivo e che scontano il carattere sempre più precario e discontinuo delle occupazioni - abbiano in futuro pensioni adeguate e dignitose.

Occorre pertanto ragionare su soluzioni in grado di garantire l'equità intergenerazionale, principio iscritto nell'articolo 3 della nostra Costituzione.

La via maestra per procedere in questa direzione è quella - giustamente prospettata nella relazione INPS - della estensione del mercato del lavoro, soprattutto alle donne, ai giovani e al Sud. Dell'incremento del lavoro qualificato, dei salari e quindi dell'istruzione. Dalla emersione e regolarizzazione del lavoro nero.

Nel concludere ribadisco il mio apprezzamento per la Relazione INPS. Sono certo che la base di conoscenza da essa offerta contribuirà in misura importante alle prossime scelte legislative e politiche.

Vi ringrazio.