17/11/2020
Camera dei deputati

Partecipazione, in videocollegamento, alla XXXVII Assemblea annuale dell’Anci

Buongiorno a tutte e a tutti.

Saluto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente Decaro, il presidente Zingaretti, la sindaca Raggi e tutti i sindaci e i presidenti dei Consigli comunali che partecipano da remoto all'evento odierno.

Quest'anno l'assemblea annuale dell'ANCI interviene in una delle fasi più difficili della storia della nostra Repubblica. E come sempre i comuni sono in prima linea. Stanno fronteggiando il profondo impatto sociale ed economico, oltre che strettamente sanitario, generato dalla pandemia.

So quanto il vostro compito sia delicato e difficile, tanto più in questi giorni. Occorre garantire soccorso, assistenza, protezione sociale.

Da cittadino e da Presidente della Camera voglio ribadirvi la mia riconoscenza per l'impegno e la dedizione quotidiana.

I comuni sono l'avamposto delle istituzioni nel territorio. Ed è dunque dalla vostra azione che dipende in ampia misura la qualità della vita dei cittadini e la loro fiducia nelle istituzioni.

Un'azione che è stata resa negli ultimi anni obiettivamente più difficile dalla scarsità di risorse e di mezzi. L'emergenza sanitaria lo ha reso ancora più evidente. Sono state infatti messe a nudo debolezze storiche e strutturali nei servizi sociali, per la grande difformità di dotazioni e capacità operative tra i comuni e le varie aree del Paese.

In questo contesto, condivido fortemente il tema che avete scelto per questa Assemblea: "L'Italia al passo dei sindaci".

Lo interpreto infatti come un invito a tenere conto delle questioni con le quali vi cimentate ogni giorno. E quindi come un richiamo all'esigenza di una collaborazione più sistematica e concreta tra tutti i livelli di governo e le istituzioni.

Il momento che attraversiamo - come il presidente Mattarella ha più volte sottolineato - richiede condivisione e unità di intenti nell'impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società.

Deve esserci, in altre parole, un filo che lega l'azione di tutti i livelli di governo affinché si possa agire come "comunità". Sarà così possibile individuare gli interventi più appropriati sulle questioni di maggiore rilevanza per i cittadini.

Il dialogo tra Parlamento e comuni è costante. C'è un confronto sia rispetto alle problematiche sia rispetto alle soluzioni che possono essere messe in pratica.

Già nella legge di Bilancio 2020 ed in altri provvedimenti sono state introdotte alcune disposizioni importanti soprattutto di carattere finanziario.

Confido che la prossima manovra possa costituire l'occasione per dare una soluzione a molte questioni avanzate dall'ANCI in merito alla perequazione delle risorse, ai comuni in stato di crisi, all'abbattimento degli oneri del debito locale e soprattutto al sostegno degli investimenti comunali.

Una questione molto rilevante è quella del disequilibrio finanziario dei comuni la cui gravità emerge da alcuni dati: nel solo 2019 si è registrata una forte criticità finanziaria in 81 comuni (34 hanno deliberato il dissesto e 47 hanno richiesto l'attivazione della procedura di riequilibrio), che hanno complessivamente oltre 1 milione di abitanti. Ben 63 di questi comuni, circa l'80 per cento del totale, si trova al Sud, in gran parte (57) in Calabria, Campania e Sicilia. Le stesse tre regioni in cui si registra l'80% dei casi di criticità finanziaria sin dall'introduzione nel 1989 della disciplina del dissesto per gli enti locali.

Questi dati sono indice di una situazione di sofferenza - soprattutto nel Mezzogiorno - che, in parte, deve essere addebitata a gravi carenze nelle scelte politiche e amministrative nonché negli assetti organizzativi dei comuni interessati; in parte riflette l'inadeguatezza ed eccessiva rigidità delle procedure che disciplinano le crisi finanziarie dei comuni.

È una condizione non più sostenibile su cui è necessario intervenire subito. Se non si mettono i comuni nelle condizioni di poter lavorare bene, a risentirne saranno i cittadini, il tessuto sociale, il futuro delle città. Per qualsiasi amministratore diventa infatti impossibile dare risposte alla collettività e migliorare servizi nell'arco di un mandato se deve fronteggiare quadri problematici e situazioni debitorie risalenti addirittura a decenni prima.

Bisogna dunque procedere ad una riforma delle norme in materia contenute nel Testo Unico degli Enti locali. So che a livello governativo è stata avviata una riflessione su proposte in merito che mi auguro possano essere sottoposte quanto prima all'attenzione delle Camere.

Mi avvio alla conclusione, ribadendo che assicurare ai comuni, a tutti i comuni, risorse adeguate per far fronte ai loro compiti è cruciale per le sorti del nostro Paese. Per rilanciare uno sviluppo economicamente e socialmente sostenibile, dopo gli effetti devastanti della pandemia.

Il Piano nazionale per la ripresa - alla cui definizione il Parlamento sta partecipando attivamente - costituisce una straordinaria occasione per promuovere gli investimenti, anche a livello locale, avvalendosi degli ingenti stanziamenti dell'Unione europea.

Sono certo che sapremo cogliere al meglio questa occasione lavorando tutti insieme. Mettendo da parte le differenze di orientamento politico o le convenienze elettorali.

E insieme ce la faremo.

Vi ringrazio.