22/12/2020

Videomessaggio per l'evento ‘Grazie Nilde’ organizzato in occasione del centenario della nascita di Nilde Iotti

Ringrazio la presidente della Fondazione Nilde Iotti, Livia Turco per l'invito a prendere parte - unitamente al presidente della Repubblica e al presidente del Senato - a questa iniziativa.

Quello di stasera è un tassello importante delle celebrazioni organizzate negli ultimi mesi per ricordare Nilde Iotti nel centenario della sua nascita.

Celebrazioni che si sono aperte idealmente il 2 aprile dello scorso anno quando abbiamo deciso di intitolarle la Biblioteca della Camera dei deputati di cui lei aveva voluto fortemente il traferimento da Montecitorio alla sede attuale di Palazzo San Macuto per assicurarne l'apertura al pubblico e quindi la fruizione da parte dei ricercatori e di tutti i cittadini.

La musica e le letture di questa serata, oltre agli interventi istituzionali, concorrono a fissare nella memoria della nostra comunità nazionale i tratti di una personalità verso la quale tutti, comprese le generazioni più giovani, abbiamo un grandissimo debito di riconoscenza.

Dobbiamo dire grazie a Nilde Iotti perché tutto il suo percorso è stato posto al servizio del Paese: da staffetta partigiana, da componente, a soli venticinque anni, dell'Assemblea Costituente, da dirigente del Partito comunista, da deputata nelle prime legislature repubblicane, e quindi da Presidente della Camera.

Attraverso tutti questi passaggi, ha contribuito - con coraggio - alla riconquista della libertà e della democrazia, alla scrittura in prima persona della Carta costituzionale, alla sua concreta attuazione e declinazione nelle aule parlamentari e nel Paese.

Dobbiamo poi dirle grazie perché ha concorso - con la sua umanità e con il suo esempio - a consolidare l'autorevolezza del Parlamento e, in generale, la dignità delle Istituzioni. E ancora grazie per il suo impegno costante per la promozione dei diritti e delle libertà fondamentali, soprattutto con riferimento alla parità tra uomini e donne.

Già in seno all'Assemblea costituente chiese - nella relazione che presentò sulla famiglia - di riconoscere l'eguaglianza giuridica dei coniugi, l'equiparazione dei figli illegittimi a quelli nati all'interno del matrimonio e chiese il pieno riconoscimento da parte dello Stato della funzione sociale della maternità.

Principi ed istituti che oggi sembrano scontati ma che non erano affatto pacifici in un contesto politico ancora prettamente maschile e, per certi tratti, patriarcale.

Contribuì poi non soltanto a richiamare l'esigenza di accrescere la rappresentanza delle donne in Parlamento ma anche di garantirne l'accesso alla magistratura e a tutti gli impieghi pubblici.

Come Presidente della Camera diresse l'Assemblea con autorevolezza, imparzialità ed equilibrio che ancora oggi costituiscono un monito ed un esempio per chi, come me, ha avuto l'onore di rivestire quella carica.

Si ispirò costantemente all'idea che il Parlamento deve dibattere in modo approfondito, garantendo le prerogative di tutti i gruppi e quelle dei singoli parlamentari, ma che deve al tempo stesso essere in grado di addivenire ad una decisione adeguata e in tempi adeguati a fronte dei bisogni e delle istanze sociali ed economiche.

Seppe riaffermare - in anni in cui il Paese era attraversato da violenza e conflitti sociali e politici - la centralità del Parlamento in quanto luogo privilegiato di confronto di idee e culture, capace di operare perciò la sintesi avanzata tra interessi e idee diversi.

Mi piace ricordare a questo riguardo una frase emblematica della sua visione delle Istituzioni e del suo approccio da deputata e presidente: "Ho imparato che fare politica significa sforzarsi di capire le ragioni degli altri".

Questo invito al dialogo, al confronto e soprattutto alla sintesi avanzata tra le posizioni più lontane, per perseguire l'interesse comune, è quanto mai prezioso in un momento come quello attuale.

Attraversiamo sicuramente una delle fasi più difficili della storia della nostra Repubblica. La pandemia ha generato - e purtroppo continuerà a generare - un profondo e spesso drammatico impatto sociale ed economico, oltre che strettamente sanitario.

Possiamo superare questo momento grave - come il presidente Mattarella ha più volte sottolineato - attraverso condivisione e unità di intenti.

Deve esserci, in altre parole, un filo comune che lega l'azione di tutti: istituzioni, società civile, attori economici e sociali che devono agire come "comunità".

E il Parlamento deve in questo contesto assumere decisioni tempestive e lungimiranti all'altezza della difficoltà del momento e delle aspettative dei cittadini.

Come ci ha insegnato, appunto, Nilde Iotti.