15/04/2021
Camera dei deputati

Partecipazione, in videocollegamento, alla XVII Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Iniziativa adriatico-ionica

Saluto il Presidente Zorčič, l'ambasciatore Castellaneta, i relatori e tutti i colleghi partecipanti.

Sono molto contento di intervenire - sia pure a distanza - a questa Conferenza, che costituisce una sede fondamentale di cooperazione e di confronto tra i Paesi di un'area cruciale del nostro continente.

Paesi che, come dimostra anche la riunione di oggi, condividono valori e principi comuni, a partire dalla tutela dei diritti fondamentali, della democrazia e dello Stato di diritto. Ciò è tanto più importante a fronte delle preoccupanti e sistematiche violazioni di questi principi che si registrano, a poche centinaia di chilometri dalle nostre frontiere e che determinano instabilità e minacce alla pace nel Mediterraneo.

Ho molto apprezzato la scelta del tema della Conferenza odierna.

La questione delle opportunità e delle insidie della società digitale per i giovani che entrano nel mercato del lavoro è infatti una delle sfide più delicate che tutti i nostri Paesi, come pure l'Unione europea e le altre organizzazioni sovranazionali, devono fronteggiare in questa fase.

La pandemia infatti ha inciso pesantemente sui giovani. Ha colpito chi studia e si è trovato a dover frequentare i corsi scolastici e universitari mediante forme di didattica a distanza. E ha colpito chi cerca lavoro o ha un lavoro precario. A novembre 2020, nei Paesi della zona Ocse, circa un giovane su sette in media era privo di impiego. E il 35% delle persone nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni ha un lavoro precario o malpagato.

Non dobbiamo dimenticare che l'occupazione giovanile aveva già subito pesantemente l'impatto della crisi finanziaria globale del 2008; soltanto tra il 2019 e l'inizio del 2020 nella maggior parte dei Paesi Ocse, essa era tornata ai livelli precedenti la crisi.

Questo quadro difficile ci dice che rischiamo letteralmente di bruciare le opportunità e i sogni di una o più generazioni.

È dunque più che mai il momento di dare effettiva attuazione al principio di solidarietà intergenerazionale che è iscritto nei Trattati sull'Ue ed è contemplato da gran parte delle costituzioni nazionali.

Certamente l'innovazione digitale costituisce uno dei principali volani per rilanciare su base durevole la crescita dei nostri Paesi, creando nuovi posti di lavoro duraturi e di qualità.

Siamo tutti consapevoli del fatto che la digitalizzazione determina inevitabilmente, per effetto dei processi di automazione, anche la perdita di posti di lavoro. Si tratta non soltanto di alcune professioni che si risolvono in mansioni manuali ma anche in mansioni tipicamente impiegatizie, che richiedono competenze medie e che sono e saranno in misura crescente affidate alle macchine.

Non possiamo quindi affidare integralmente la transizione digitale alle logiche di mercato. Occorre che le autorità pubbliche, a tutti i livelli di governo, sappiano guidare l'innovazione e non subirla.

Ciò presuppone a mio avviso una scelta di fondo: occorre che la transizione digitale sia intesa come parte di un più ampio passaggio verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile in senso sociale, economico e ambientale.

La sostenibilità significa, tra le altre cose, creare posti di lavoro non precari e tutele sociali avanzate anziché competere sui mercati internazionali abbassando i salari e gli standard sociali.

Significa utilizzare tutte le potenzialità della ricerca e dell'innovazione scientifica e tecnologica in modo benefico per tutti i cittadini, senza lasciare nessuno indietro.

Legare in particolare la transizione digitale a quella ecologica consente di esaltare l'apporto delle tecnologie innovative per operare il passaggio da un'economia lineare ad una circolare, realizzando investimenti verdi e creando appunto nuova occupazione di qualità.

È quanto ci chiedono peraltro l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l'Unione europea, da ultimo attraverso l'iniziativa Next Generation EU.

Dobbiamo puntare, in questo contesto, anche sulla formazione, effettivamente accessibile a tutti i giovani, orientata allo sviluppo di nuove competenze digitali e all'accesso a nuove professioni.

L'obiettivo deve essere quello di ridurre il disallineamento tra le competenze dei lavoratori e quelle richieste dal sistema produttivo.

E soprattutto occorre fare in modo che la transizione digitale non crei ulteriori diseguaglianze fra i giovani, ma ci aiuti al contrario a ridurre quelle esistenti.

Dobbiamo evitare che si creino nuovi divari territoriali e quindi disparità di opportunità fra chi vive nelle aree urbane e in quelle meno popolose: è quindi essenziale che dotazioni infrastrutturali di alta qualità quali la banda ultralarga e le reti 5G siano distribuite in modo uniforme nel territorio dei nostri Paesi.

L'Italia si sta muovendo nella prospettiva che ho appena richiamato inserendo appositi interventi nel progetto di Piano nazionale per la ripresa e la resilienza con il quale sono stabiliti gli obiettivi e i progetti per utilizzare le consistenti risorse stanziate dall'Unione europea.

Nel Governo presieduto da Mario Draghi, inoltre, sono presenti per la prima volta un Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale ed uno per la transizione ecologica. Ed è stato istituito il Comitato interministeriale per la transizione digitale con il compito di assicurare il coordinamento e il monitoraggio dell'attuazione delle iniziative di innovazione tecnologica e transizione digitale delle diverse pubbliche amministrazioni.

Voglio infine ricordare che l'Italia intende assicurare un approfondimento della stretta connessione che deve esistere tra innovazione, sviluppo sostenibile e occupazione giovanile, in tutte le sedi di cooperazione internazionale.

Ciò vale in particolare per la Presidenza italiana del G20, incentrata sul rilancio di una crescita verde e sostenibile a beneficio di tutti. E, allo stesso modo, nella Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico (Cop 26), che il nostro Paese organizzerà insieme al Regno Unito.

Nella cornice del G20 e della Cop26, la Camera intende organizzare nel prossimo mese di ottobre, unitamente al Senato e d'intesa con la UIP e con il Parlamento britannico, un apposito incontro interparlamentare per promuovere una risposta internazionale ai problemi legati ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile che sono per loro natura globali.

Vi ringrazio.