Partecipazione al convegno in videoconferenza 'Il dolore e la politica' in occasione dell'anniversario della strage di Ustica
Buon pomeriggio a tutti e a tutte.
Saluto Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica che ringrazio vivamente per aver proposto l'organizzazione di questa iniziativa.
Saluto e ringrazio la moderatrice Fiorenza Sarzanini e tutti i relatori.
È con grande emozione che introduco questo incontro, inteso a riflettere, alla vigilia del quarantunesimo anniversario della Strage di Ustica, sul ruolo avuto dalle associazioni e dalla società civile nel tenere viva la memoria e nel sostenere con forza la domanda di verità e giustizia su quanto accaduto il 27 giugno 1980.
Parto da una premessa. Io credo che tutta la comunità nazionale abbia anzitutto un profondissimo debito di riconoscenza verso l'associazione dei familiari per le vittime di Ustica, che ha portato avanti in quattro decenni un impegno instancabile nel tenere viva la memoria e nel ricercare verità e giustizia.
Con perseveranza e resilienza avete sempre chiesto di conoscere le cause e le responsabilità della morte delle 81 persone che persero la vita a bordo del Dc-9 Itavia.
Come tutti noi sappiamo quelle cause e quelle responsabilità non sono state ancora interamente accertate. Ci sono stati depistaggi, omissioni, complicità, complotti posti in essere anche da parte di alcuni settori deviati dell'apparato statale.
Questo però non ha mai fatto venire meno ma ha anzi rafforzato la vostra determinazione, sostenuta da esponenti della cultura, dell'università, del giornalismo, dell'associazionismo, della Chiesa.
Ricordo personalmente tanti artisti, registi, scrittori che hanno contribuito con le loro opere, le loro inchieste, le loro immagini a condividere il dolore dei familiari e a tenere alta l'attenzione sulla strage.
Anche a loro deve andare la nostra riconoscenza.
Chi ha sostenuto la battaglia per la memoria e la giustizia su Ustica ha dimostrato anche quanto sia importante, per il buon funzionamento della democrazia, la partecipazione attiva dei cittadini; la rivendicazione della trasparenza, la pretesa qualificata ad ottenere dalle Istituzioni gli atti e i comportamenti ad esse imposti dalla Costituzione e dalle leggi.
Ciò rafforza le istituzioni, non le indebolisce. Le richiama ai propri doveri, al corretto ed effettivo esercizio delle competenze. A rendere conto, nel caso degli organi politici, agli elettori.
In particolare, la ricerca della verità non è soltanto un atto dovuto nei confronti dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime, ma anche, e soprattutto, una prova di autorevolezza dello Stato. Della sua capacità di tutelare i cittadini contro chi mette in pericolo i fondamenti democratici del Paese, a partire dagli apparati pubblici deviati o sleali.
È una testimonianza di coesione del Paese, capace di creare fiducia nei cittadini, di rendere più forte il senso di comunità e più solida la nostra democrazia.
Pertanto, non posso che ribadire oggi, come terza carica dello Stato, l'impegno permanente ed incondizionato ad accertare cause e responsabilità della strage di Ustica come di altre vicende oscure degli anni di piombo.
Alcuni tasselli sono oramai acquisiti. In sede civile, come è noto, la magistratura in via definitiva ha ribadito, che la "causa più probabile della sciagura di Ustica" va individuata "nel lancio di un missile"; ed ha stabilito che "gravava sul ministero della Difesa l'obbligo di assicurare la sicurezza nei cieli e di impedire l'accesso di aerei non autorizzati o nemici" e sul ministero dei Trasporti "l'assistenza e la sicurezza del volo".
Ciascuna Istituzione deve ora adoperarsi perché gli altri tasselli della verità emergano e siano posti nel giusto ordine.
Per parte sua la Camera, sta proseguendo in questa legislatura l'azione di declassificazione, versamento agli Archivi e pubblicazione di tutti gli atti relativi, tra le altre cose, alle vicende oscure degli anni di piombo, acquisiti o formati dalle Commissioni parlamentari di inchiesta. Tutti consultabili sul portale unico delle commissioni d'inchiesta.
Ci sono infine altri due punti su cui intendo ribadire l'impegno mio e di tutte le Istituzioni.
Il primo è volto ad assicurare l'effettiva attuazione delle direttive adottate dai Presidenti del Consiglio dei ministri al fine di rendere pubblici i documenti relativi ad alcuni tragici eventi degli Anni di piombo. Mi riferisco, in particolare, all'applicazione della Direttiva dell'aprile del 2014, i cui risultati, come più volte sottolineato dalle associazioni dei familiari delle vittime, non sono ancora soddisfacenti.
Occorre anche valutare con attenzione l'opportunità di riformulare, alla luce dei rilievi delle associazioni, la Direttiva in modo da realizzare la più ampia ed effettiva pubblicità dei documenti in questione. Sono convinto che questo sia un tema da mettere presto in agenda.
Il secondo attiene all'esigenza di ottenere massima collaborazione delle autorità di altri Paesi che potrebbero essere coinvolti nelle vicende oscure della nostra storia. Per parte mia, ho sottoposto al Presidente dell'Assemblea nazionale francese Richard Ferrand l'esigenza di una piena cooperazione della Francia nel percorso di verità sulla strage di Ustica. Ne abbiamo parlato anche nell'ultimo colloquio che abbiamo avuto nei giorni scorsi.
Mi avvio alla conclusione, rinnovando a Daria Bonfietti e a tutti voi la gratitudine per averci proposto l'iniziativa odierna.
Sono certo che essa, oltre a richiamare tutte le Istituzioni all'impegno per la verità e la giustizia, contribuirà anche a porre le nuove generazioni nelle condizioni di conoscere le pagine più dolorose della nostra storia recente.
E ciò, ne sono certo, consentirà ai giovani di divenire cittadini responsabili, capaci di partecipare attivamente al funzionamento della nostra democrazia e alla promozione dei suoi principi e valori.
Partecipazione al convegno in videoconferenza 'Il dolore e la politica' in occasione dell'anniversario della strage di Ustica
Buon pomeriggio a tutti e a tutte.
Saluto Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica che ringrazio vivamente per aver proposto l'organizzazione di questa iniziativa.
Saluto e ringrazio la moderatrice Fiorenza Sarzanini e tutti i relatori.
È con grande emozione che introduco questo incontro, inteso a riflettere, alla vigilia del quarantunesimo anniversario della Strage di Ustica, sul ruolo avuto dalle associazioni e dalla società civile nel tenere viva la memoria e nel sostenere con forza la domanda di verità e giustizia su quanto accaduto il 27 giugno 1980.
Parto da una premessa. Io credo che tutta la comunità nazionale abbia anzitutto un profondissimo debito di riconoscenza verso l'associazione dei familiari per le vittime di Ustica, che ha portato avanti in quattro decenni un impegno instancabile nel tenere viva la memoria e nel ricercare verità e giustizia.
Con perseveranza e resilienza avete sempre chiesto di conoscere le cause e le responsabilità della morte delle 81 persone che persero la vita a bordo del Dc-9 Itavia.
Come tutti noi sappiamo quelle cause e quelle responsabilità non sono state ancora interamente accertate. Ci sono stati depistaggi, omissioni, complicità, complotti posti in essere anche da parte di alcuni settori deviati dell'apparato statale.
Questo però non ha mai fatto venire meno ma ha anzi rafforzato la vostra determinazione, sostenuta da esponenti della cultura, dell'università, del giornalismo, dell'associazionismo, della Chiesa.
Ricordo personalmente tanti artisti, registi, scrittori che hanno contribuito con le loro opere, le loro inchieste, le loro immagini a condividere il dolore dei familiari e a tenere alta l'attenzione sulla strage.
Anche a loro deve andare la nostra riconoscenza.
Chi ha sostenuto la battaglia per la memoria e la giustizia su Ustica ha dimostrato anche quanto sia importante, per il buon funzionamento della democrazia, la partecipazione attiva dei cittadini; la rivendicazione della trasparenza, la pretesa qualificata ad ottenere dalle Istituzioni gli atti e i comportamenti ad esse imposti dalla Costituzione e dalle leggi.
Ciò rafforza le istituzioni, non le indebolisce. Le richiama ai propri doveri, al corretto ed effettivo esercizio delle competenze. A rendere conto, nel caso degli organi politici, agli elettori.
In particolare, la ricerca della verità non è soltanto un atto dovuto nei confronti dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime, ma anche, e soprattutto, una prova di autorevolezza dello Stato. Della sua capacità di tutelare i cittadini contro chi mette in pericolo i fondamenti democratici del Paese, a partire dagli apparati pubblici deviati o sleali.
È una testimonianza di coesione del Paese, capace di creare fiducia nei cittadini, di rendere più forte il senso di comunità e più solida la nostra democrazia.
Pertanto, non posso che ribadire oggi, come terza carica dello Stato, l'impegno permanente ed incondizionato ad accertare cause e responsabilità della strage di Ustica come di altre vicende oscure degli anni di piombo.
Alcuni tasselli sono oramai acquisiti. In sede civile, come è noto, la magistratura in via definitiva ha ribadito, che la "causa più probabile della sciagura di Ustica" va individuata "nel lancio di un missile"; ed ha stabilito che "gravava sul ministero della Difesa l'obbligo di assicurare la sicurezza nei cieli e di impedire l'accesso di aerei non autorizzati o nemici" e sul ministero dei Trasporti "l'assistenza e la sicurezza del volo".
Ciascuna Istituzione deve ora adoperarsi perché gli altri tasselli della verità emergano e siano posti nel giusto ordine.
Per parte sua la Camera, sta proseguendo in questa legislatura l'azione di declassificazione, versamento agli Archivi e pubblicazione di tutti gli atti relativi, tra le altre cose, alle vicende oscure degli anni di piombo, acquisiti o formati dalle Commissioni parlamentari di inchiesta. Tutti consultabili sul portale unico delle commissioni d'inchiesta.
Ci sono infine altri due punti su cui intendo ribadire l'impegno mio e di tutte le Istituzioni.
Il primo è volto ad assicurare l'effettiva attuazione delle direttive adottate dai Presidenti del Consiglio dei ministri al fine di rendere pubblici i documenti relativi ad alcuni tragici eventi degli Anni di piombo. Mi riferisco, in particolare, all'applicazione della Direttiva dell'aprile del 2014, i cui risultati, come più volte sottolineato dalle associazioni dei familiari delle vittime, non sono ancora soddisfacenti.
Occorre anche valutare con attenzione l'opportunità di riformulare, alla luce dei rilievi delle associazioni, la Direttiva in modo da realizzare la più ampia ed effettiva pubblicità dei documenti in questione. Sono convinto che questo sia un tema da mettere presto in agenda.
Il secondo attiene all'esigenza di ottenere massima collaborazione delle autorità di altri Paesi che potrebbero essere coinvolti nelle vicende oscure della nostra storia. Per parte mia, ho sottoposto al Presidente dell'Assemblea nazionale francese Richard Ferrand l'esigenza di una piena cooperazione della Francia nel percorso di verità sulla strage di Ustica. Ne abbiamo parlato anche nell'ultimo colloquio che abbiamo avuto nei giorni scorsi.
Mi avvio alla conclusione, rinnovando a Daria Bonfietti e a tutti voi la gratitudine per averci proposto l'iniziativa odierna.
Sono certo che essa, oltre a richiamare tutte le Istituzioni all'impegno per la verità e la giustizia, contribuirà anche a porre le nuove generazioni nelle condizioni di conoscere le pagine più dolorose della nostra storia recente.
E ciò, ne sono certo, consentirà ai giovani di divenire cittadini responsabili, capaci di partecipare attivamente al funzionamento della nostra democrazia e alla promozione dei suoi principi e valori.
Vi ringrazio.