23/09/2021
Camera dei deputati

Intervento del Presidente durante l'evento in ricordo di Giancarlo Siani nel 36° anniversario della scomparsa

Buonasera a tutte e a tutti,

Saluto Paolo Siani, che ringrazio per aver promosso l'iniziativa odierna, i relatori, i deputati presenti e tutti coloro che ci seguono da remoto.

È per me un grande onore introdurre oggi, qui alla Camera, questo incontro in ricordo di Giancarlo Siani nel 36° anniversario della sua scomparsa. Per la prima volta viene ricordato a Montecitorio e questo è un motivo di orgoglio per me e per la nostra istituzione.

Come terza carica dello Stato e come cittadino napoletano sono profondamente emozionato nel rendere omaggio ad un uomo che è stato e sempre resterà esempio di coraggio, entusiasmo, passione civile, rigore professionale.

La morte di Giancarlo è stato uno spartiacque, avviando una reazione più forte e strutturata della città di Napoli alla barbarie camorristica e al degrado politico e sociale.

Ciò fu dovuto non soltanto al senso di intollerabile ingiustizia per l'omicidio di un giovane ma anche e soprattutto dall'apprezzamento e la stima per la straordinaria figura di Siani.

Figura straordinaria perché aveva saputo, con tenacia e grande capacità di inchiesta, ricostruire e rendere pubblica una verità indicibile per la camorra. Ne aveva rivelato senza reticenze - soprattutto con l'articolo che gli costò la vita - non soltanto il potere crescente nella vita locale, ma anche il ricorso a metodi spregiudicati per risolvere le contese tra i vari clan.

E figura straordinaria perché era un giornalista giovane, ancora precario diremmo oggi, che svolgeva tuttavia già da diverso tempo la sua professione con una straordinaria passione civile - maturata già negli anni dell'università - e con un impeccabile impegno professionale.

Gli articoli che aveva pubblicato, soprattutto per il periodico "Lavoro nel Sud", per il Mattino e Osservatorio sulla Camorra -rivelano anche la non comune attenzione per la realtà politica, economica, sociale dei territori in cui la piaga criminale matura e si alimenta.

Il sito della Fondazione Siani ci ricorda opportunamente - in modo quasi sorprendente per chi conosce poco Giancarlo - che le parole più ricorrenti nei suoi articoli sono Lavoro (1336 volte), lavoratori (728 volte), fabbrica (554 volte), disoccupati (292 volte), sindacato (506 volte), lotta (364 volte).

Un dato che dimostra la centralità nella sua attività di giornalista del tema del lavoro, come il volume curato da Isaia Sales, che viene presentato oggi in anteprima, testimonia.

Scorrendolo emerge l'attenzione forte per la disoccupazione giovanile, per i conflitti sociali e le lotte sindacali, e per la necessità di colmare il ritardo di sviluppo del Mezzogiorno.

Giancarlo era un giornalista nel senso più pieno e autentico: quello di una missione in prima linea al servizio della verità, volta a contribuire alla formazione e al rafforzamento della coscienza civile, contro la rassegnazione.

Il suo assassinio fu un attacco deliberato ai valori fondamentali di libertà e giustizia su cui si fonda la nostra comunità

Per questo Giancarlo resta un simbolo straordinario di impegno civile che, anche dopo la sua morte precoce, ha contribuito a rendere migliore il nostro Paese.

A lui sono oggi - anche grazie all'impegno instancabile dei suoi familiari e della fondazione - dedicate scuole, strade, aule magne, eventi culturali, sale di musei. Grazie alla Fondazione Siani, all'impegno della famiglia e di tutti voi, il suo insegnamento è mantenuto vivo nelle nuove generazioni.

Ma siamo ancora lontani, molto lontani dal realizzare gli obiettivi per cui ha combattuto sino al sacrificio, a partire appunto da quelli evidenziati negli articoli raccolti in questo volume: il disagio sociale, la disoccupazione giovanile, le diseguaglianze.

Conosciamo la capacità di penetrazione nella società e nell'economia da parte della camorra. E vediamo che purtroppo la criminalità giovanile prolifera in mancanza di adeguati interventi sul piano sociale e culturale.

Sono poi evidenti i rischi derivanti dalla crisi provocata dal Covid. Come denunciato da autorevoli rappresentanti delle Istituzioni, della Magistratura e delle forze dell'ordine, le mafie potrebbero, per un verso, approfittare delle gravi difficoltà di ampie fasce della popolazione e del sistema produttivo per rafforzarsi ulteriormente.

Per altro verso, lo stanziamento senza precedenti di ingenti risorse nell'ambito del Piano per la ripresa e la resilienza potrebbe essere per loro una grande opportunità di arricchimento.

Ritengo pertanto che sia più che mai necessario fare in modo che l'attuazione del PNRR segni un passo decisivo per dare soluzione al ritardo di sviluppo del Mezzogiorno, proiettandolo verso uno sviluppo economicamente e socialmente sostenibile.

Creando, come sognava Giancarlo, occupazione di qualità e non lasciando nessuno indietro.

Per fare questo occorre combinare regole che sappiano garantire al tempo stesso capacità di progettazione e di spesa da parte, soprattutto, degli enti locali con adeguati presidi della legalità.

La criminalità si combatte certamente con le buone leggi, con giudici capaci e con il contributo essenziale delle forze dell'ordine ma questo non basta se non vi è, da parte di tutta la comunità, un'assunzione di responsabilità.

Ciascuno, come Giancarlo ci ha insegnato, deve fare la sua parte con determinazione e coraggio,rifiutando senza compromessi la cultura della illegalità, il clientelismo, l'affarismo.

E rimuovendo, lo ribadisco, quelle condizioni di degrado economico, sociale e culturale che alimentano la criminalità.

Dare attuazione concreto a questo impegno è il modo migliore per onorare la memoria di Giancarlo.

Vi ringrazio.