Partecipazione alla XXXVIII Assemblea Annuale dell’ANCI - ‘Rinasce l’Italia. I Comuni al centro della nuova stagione’
Buongiorno a tutte e a tutti.
Saluto il Presidente Decaro, le Autorità e tutti i Sindaci e i Presidenti dei consigli comunali presenti.
Sono davvero lieto di partecipare anche quest'anno all' Assemblea annuale dell'ANCI, appuntamento molto importante in quanto consente di fare il punto sul ruolo fondamentale che i comuni - avamposto delle istituzioni nel territorio - svolgono nella vita del nostro Paese.
Voglio ribadirvi la riconoscenza mia e della Camera dei deputati per l'impegno e la dedizione che, malgrado le risorse e i mezzi spesso carenti, riservate verso le vostre comunità.
Nella fase di ripresa che il Paese sta vivendo il vostro ruolo è decisivo.
Lo è anzitutto con riferimento all'attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, il principale strumento per rilanciare lo sviluppo del nostro Paese.
Circa un quarto delle risorse complessive del Piano, 50 miliardi di euro, sono infatti destinate ad investimenti la cui realizzazione è assegnata a Comuni e Città metropolitane.
Sotto il profilo qualitativo, molti dei settori di intervento del PNRR riguardano proprio ambiti di competenza dei comuni, e quindi di stretto interesse per i cittadini. Si potrebbero citare, solo a titolo di esempio, la gestione dei rifiuti urbani e la messa in sicurezza del territorio, gli asili nido e il sostegno alle persone vulnerabili. Dai comuni, dunque, dipende in parte significativa il successo non soltanto del PNRR ma dello stesso percorso che il nostro Paese ha intrapreso verso la transizione ecologica e quella digitale e, più in generale, verso un modello di sviluppo sostenibile.
Occorre più che mai mettere i vostri enti nelle condizioni di erogare i servizi essenziali e di utilizzare in modo efficace e tempestivo le risorse assegnate
Rischiamo altrimenti di trovarci di fronte a un paradosso pericoloso per il futuro e la coesione del nostro Paese, ovvero quello di attribuire ai Comuni nuovi compiti e stanziamenti senza garantire ad essi dotazioni e capacità operative adeguate.
Per evitare questo paradosso, oggi è più che mai urgente dare seguito e completare il percorso, già avviato negli anni passati su sollecitazione dall'ANCI, relativo alla perequazione delle risorse, al superamento della spesa storica come criterio di riparto delle risorse comunali, alla revisione dei fabbisogni standard con l'obiettivo di commisurarli a livelli di servizio da garantire sul tutto il territorio nazionale, all'abbattimento degli oneri del debito locale, al potenziamento dei servizi sociali. Obiettivo ultimo di questo percorso deve essere la piena definizione dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, che, come impone l'articolo 117 della Costituzione, sono necessari per garantire l'effettiva fruizione dei diritti civili e sociali dei cittadini in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Caratteri di particolare complessità ed urgenza rivestono poi le questioni relative alle procedure per la gestione del disequilibrio finanziario e delle crisi finanziarie dei comuni.
Sono a tutti noi noti i dati relativi alla situazione di forte sofferenza che numerosi enti locali - soprattutto nel Mezzogiorno - devono affrontare da diversi anni.
Una condizione - l'ho ribadito più volte - che sicuramente è riconducibile in misura significativa a condotte politiche ed amministrative inefficienti, non lungimiranti e in taluni casi non coerenti con il quadro legislativo, nonché alla inadeguatezza degli assetti organizzativi dei comuni interessati.
Lo hanno attestato a più riprese la Corte dei Conti e la Corte Costituzionale, che hanno peraltro imposto meccanismi ancora più rigorosi per il ripiano dell'indebitamento.
Al tempo stesso, è oramai riconosciuto da analisi autorevoli che le crisi finanziarie degli enti locali dipendono anche da contesti economici e sociali che rendono oggettivamente difficile, a maggior ragione dopo gli effetti della pandemia, la riscossione dei tributi propri ed accrescono l'ammontare dei crediti di dubbia esigibilità. È ugualmente riconosciuto che l'inadeguatezza ed eccessiva rigidità delle procedure in materia - in particolare di quelle relative al pre-dissesto e al dissesto- concorre alla mancata soluzione delle crisi.
Alcune misure volte a sostenere i comuni nel loro percorso di risanamento sono state, come è noto, già adottate, anche alla luce delle sentenze della Corte costituzionale sulle anticipazioni di liquidità.
Altre sono e saranno all'esame del Parlamento, come i principi e i criteri direttivi per la riforma della fiscalità locale, contenuti nel disegno di legge di bilancio per il 2022.
Ma occorre fare di più, come giustamente l'ANCI e molti sindaci hanno chiesto.
È anzitutto necessario procedere, nell'ambito della riforma del Testo Unico degli Enti locali, ad un radicale ripensamento delle disposizioni sulle crisi finanziarie.
Come sapete, già dal 2019 è stata avviata a questo riguardo una riflessione a livello governativo.
In secondo luogo, devono essere effettivamente attivati i meccanismi per il potenziamento delle competenze amministrative dei comuni attraverso un reclutamento straordinario, come previsto dal PNRR. Misure importanti in questa direzione sono state già introdotte dal decreto legge n. 80 del 2021. Ma occorre, come giustamente evidenziato da ANCI, valutare ulteriori meccanismi e risorse che consentano ai comuni di assumere tutto il personale necessario e qualificato per espletare i propri compiti.
In terzo luogo, va valutata con attenzione l'introduzione di meccanismi procedurali e finanziari che tengano conto in modo più specifico della situazione finanziaria particolarmente grave di alcuni comuni.
Ritengo che l'obiettivo ultimo del legislatore in questo ambito debba essere quello di rendere sostenibile la gestione del debito, consentendo ai comuni di erogare i loro servizi essenziali e di operare gli investimenti necessari al conseguimento degli obiettivi del PNRR.
Assicurare ai comuni, a tutti i comuni, risorse adeguate per far fronte ai loro compiti è cruciale per le sorti del nostro Paese ed è imposto dai principi di solidarietà e coesione territoriale che discendono dalla Costituzione.
Mi avvio alla conclusione ribadendo un auspicio che ho già formulato in più occasioni: quello di rafforzare la collaborazione tra tutti i livelli di governo ed in particolare un dialogo sistematico tra il Parlamento e i comuni.
A questo scopo, a Montecitorio da tempo promuoviamo un momento di incontro con i sindaci e i presidenti dei consigli comunali dedicato a temi cruciali. Non è stato possibile organizzare confronti in Aula nel 2020 e nel 2021 ma credo che potremo riavviare queste forme di incontro ad inizio del prossimo anno per proseguire la riflessione sui tanti temi di interesse comune.
Vi aspetto quindi presto nell'Aula della Camera dei deputati.
Partecipazione alla XXXVIII Assemblea Annuale dell’ANCI - ‘Rinasce l’Italia. I Comuni al centro della nuova stagione’
Buongiorno a tutte e a tutti.
Saluto il Presidente Decaro, le Autorità e tutti i Sindaci e i Presidenti dei consigli comunali presenti.
Sono davvero lieto di partecipare anche quest'anno all' Assemblea annuale dell'ANCI, appuntamento molto importante in quanto consente di fare il punto sul ruolo fondamentale che i comuni - avamposto delle istituzioni nel territorio - svolgono nella vita del nostro Paese.
Voglio ribadirvi la riconoscenza mia e della Camera dei deputati per l'impegno e la dedizione che, malgrado le risorse e i mezzi spesso carenti, riservate verso le vostre comunità.
Nella fase di ripresa che il Paese sta vivendo il vostro ruolo è decisivo.
Lo è anzitutto con riferimento all'attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, il principale strumento per rilanciare lo sviluppo del nostro Paese.
Circa un quarto delle risorse complessive del Piano, 50 miliardi di euro, sono infatti destinate ad investimenti la cui realizzazione è assegnata a Comuni e Città metropolitane.
Sotto il profilo qualitativo, molti dei settori di intervento del PNRR riguardano proprio ambiti di competenza dei comuni, e quindi di stretto interesse per i cittadini. Si potrebbero citare, solo a titolo di esempio, la gestione dei rifiuti urbani e la messa in sicurezza del territorio, gli asili nido e il sostegno alle persone vulnerabili. Dai comuni, dunque, dipende in parte significativa il successo non soltanto del PNRR ma dello stesso percorso che il nostro Paese ha intrapreso verso la transizione ecologica e quella digitale e, più in generale, verso un modello di sviluppo sostenibile.
Occorre più che mai mettere i vostri enti nelle condizioni di erogare i servizi essenziali e di utilizzare in modo efficace e tempestivo le risorse assegnate
Rischiamo altrimenti di trovarci di fronte a un paradosso pericoloso per il futuro e la coesione del nostro Paese, ovvero quello di attribuire ai Comuni nuovi compiti e stanziamenti senza garantire ad essi dotazioni e capacità operative adeguate.
Per evitare questo paradosso, oggi è più che mai urgente dare seguito e completare il percorso, già avviato negli anni passati su sollecitazione dall'ANCI, relativo alla perequazione delle risorse, al superamento della spesa storica come criterio di riparto delle risorse comunali, alla revisione dei fabbisogni standard con l'obiettivo di commisurarli a livelli di servizio da garantire sul tutto il territorio nazionale, all'abbattimento degli oneri del debito locale, al potenziamento dei servizi sociali. Obiettivo ultimo di questo percorso deve essere la piena definizione dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, che, come impone l'articolo 117 della Costituzione, sono necessari per garantire l'effettiva fruizione dei diritti civili e sociali dei cittadini in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Caratteri di particolare complessità ed urgenza rivestono poi le questioni relative alle procedure per la gestione del disequilibrio finanziario e delle crisi finanziarie dei comuni.
Sono a tutti noi noti i dati relativi alla situazione di forte sofferenza che numerosi enti locali - soprattutto nel Mezzogiorno - devono affrontare da diversi anni.
Una condizione - l'ho ribadito più volte - che sicuramente è riconducibile in misura significativa a condotte politiche ed amministrative inefficienti, non lungimiranti e in taluni casi non coerenti con il quadro legislativo, nonché alla inadeguatezza degli assetti organizzativi dei comuni interessati.
Lo hanno attestato a più riprese la Corte dei Conti e la Corte Costituzionale, che hanno peraltro imposto meccanismi ancora più rigorosi per il ripiano dell'indebitamento.
Al tempo stesso, è oramai riconosciuto da analisi autorevoli che le crisi finanziarie degli enti locali dipendono anche da contesti economici e sociali che rendono oggettivamente difficile, a maggior ragione dopo gli effetti della pandemia, la riscossione dei tributi propri ed accrescono l'ammontare dei crediti di dubbia esigibilità. È ugualmente riconosciuto che l'inadeguatezza ed eccessiva rigidità delle procedure in materia - in particolare di quelle relative al pre-dissesto e al dissesto- concorre alla mancata soluzione delle crisi.
Alcune misure volte a sostenere i comuni nel loro percorso di risanamento sono state, come è noto, già adottate, anche alla luce delle sentenze della Corte costituzionale sulle anticipazioni di liquidità.
Altre sono e saranno all'esame del Parlamento, come i principi e i criteri direttivi per la riforma della fiscalità locale, contenuti nel disegno di legge di bilancio per il 2022.
Ma occorre fare di più, come giustamente l'ANCI e molti sindaci hanno chiesto.
È anzitutto necessario procedere, nell'ambito della riforma del Testo Unico degli Enti locali, ad un radicale ripensamento delle disposizioni sulle crisi finanziarie.
Come sapete, già dal 2019 è stata avviata a questo riguardo una riflessione a livello governativo.
In secondo luogo, devono essere effettivamente attivati i meccanismi per il potenziamento delle competenze amministrative dei comuni attraverso un reclutamento straordinario, come previsto dal PNRR. Misure importanti in questa direzione sono state già introdotte dal decreto legge n. 80 del 2021. Ma occorre, come giustamente evidenziato da ANCI, valutare ulteriori meccanismi e risorse che consentano ai comuni di assumere tutto il personale necessario e qualificato per espletare i propri compiti.
In terzo luogo, va valutata con attenzione l'introduzione di meccanismi procedurali e finanziari che tengano conto in modo più specifico della situazione finanziaria particolarmente grave di alcuni comuni.
Ritengo che l'obiettivo ultimo del legislatore in questo ambito debba essere quello di rendere sostenibile la gestione del debito, consentendo ai comuni di erogare i loro servizi essenziali e di operare gli investimenti necessari al conseguimento degli obiettivi del PNRR.
Assicurare ai comuni, a tutti i comuni, risorse adeguate per far fronte ai loro compiti è cruciale per le sorti del nostro Paese ed è imposto dai principi di solidarietà e coesione territoriale che discendono dalla Costituzione.
Mi avvio alla conclusione ribadendo un auspicio che ho già formulato in più occasioni: quello di rafforzare la collaborazione tra tutti i livelli di governo ed in particolare un dialogo sistematico tra il Parlamento e i comuni.
A questo scopo, a Montecitorio da tempo promuoviamo un momento di incontro con i sindaci e i presidenti dei consigli comunali dedicato a temi cruciali. Non è stato possibile organizzare confronti in Aula nel 2020 e nel 2021 ma credo che potremo riavviare queste forme di incontro ad inizio del prossimo anno per proseguire la riflessione sui tanti temi di interesse comune.
Vi aspetto quindi presto nell'Aula della Camera dei deputati.
Vi ringrazio.