18/11/2021
Roma, Auditorium dell'Ara Pacis

Intervento del Presidente al convegno dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza 'Una società che ascolta', in occasione della Giornata mondiale dell'infanzia

Buongiorno a tutte e a tutti,

saluto le autorità presenti, i relatori, i ragazzi portavoce del Progetto Enya 2021.

Ringrazio la Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, per aver promosso l'iniziativa odierna.

Ho molto apprezzato la scelta di incentrare quest'anno la celebrazione della Giornata mondiale dell'infanzia sul diritto dei minori all'ascolto e alla partecipazione.

Si tratta di uno dei capisaldi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza forse meno noti e per lungo tempo non adeguatamente attuato.

Un diritto che assume nella fase storica attuale una particolare importanza. Lo dico con riferimento a ciò che tutti i Paesi nel mondo hanno vissuto con l'emergenza pandemica. L'impatto di questa sui ragazzi è stato considerevole dal punto di vista emotivo nonché sociale a causa dell'acuirsi delle diseguaglianze. Dunque l'ascolto dei più piccoli, reso così delicato in questa fase, risulta essere per gli adulti un dovere ancora più rilevante.

Un tratto essenziale di ogni sistema democratico è infatti quello di assicurare che i minori possano esprimere la propria opinione e che gli adulti li ascoltino, con modalità adeguate: in famiglia, a scuola, nelle comunità che li accolgono, nei tribunali e negli istituti penali e in generale nei rapporti con le istituzioni.

Nei procedimenti amministrativi e giudiziari che riguardano i minori, per esempio, la normativa nazionale ha progressivamente garantito, come l'Autorità garante puntualmente ricorda, l'informazione e l'ascolto dei minori.

Ma occorre individuare modalità congrue per coinvolgere sempre più i bambini e i ragazzi anche nella formazione delle decisioni politiche e amministrative che li riguardano. Questo peraltro ci viene raccomandato dal Comitato ONU sui diritti dell'Infanzia, dal Comitato del Consiglio d'Europa sui diritti dei minorenni e dalla Strategia dell'Unione europea sui diritti delle persone di minore età.

Molto importante in questo senso è la definizione, in via di perfezionamento, di Linee d'indirizzo sulla partecipazione di bambini e ragazzi ai processi decisionali che li riguardano.

Come è apprezzabile il fatto che l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza abbia proceduto a raccogliere il punto di vista di ragazzi tra i 12 e i 17 anni sia attraverso una consultazione online sia attraverso gruppi tematici.

Altrettanto significative sono le iniziative assunte dall'Autorità garante, come la Consulta delle ragazze e dei ragazzi, chiamata a esprimersi su temi legati a proposte di legge all'ordine del giorno del Parlamento.

Sono convinto che, partendo da questi strumenti, tutte le Istituzioni, a cominciare dalle Camere, debbano rendere più sistematico il coinvolgimento dei minori nella definizione delle principali scelte politiche e legislative.

La creazione di questo raccordo è anzitutto cruciale per costruire la fiducia dei cittadini più giovani nelle Istituzioni che devono sentire vicine alle loro istanze ed esigenze.

Ed è inoltre un potente strumento di educazione ed incentivazione alla cittadinanza attiva e consapevole.

Questa è, a mio avviso, la via maestra per consolidare la coesione e il senso di appartenenza ad una stessa comunità, in cui tutti, anche i più giovani, vengono ascoltati e nessuno, viene lasciato solo.

Coinvolgere direttamente le persone nella formazione delle decisioni è un potente mezzo per migliorarne la qualità, la trasparenza e la condivisione rafforzando al tempo stesso il ruolo dei Parlamenti e la democrazia rappresentativa.

Questi meccanismi partecipativi sono tanto più preziosi perché abbiamo bisogno dello sguardo dei più giovani, della loro creatività e della loro "urgenza" di futuro. Una società che non si apre alla contaminazione intergenerazionale è una società destinata a non andare avanti.

Pensiamo al dibattito in corso su grandi temi globali quali la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile e la lotta ai cambiamenti climatici, dove il protagonismo giovanile, come raccomandato dalle Nazioni Unite, è già emerso con forza da alcuni anni ed ha trovato espressione anche attraverso canali istituzionali. Le manifestazioni e l'attivismo dei ragazzi hanno contribuito in modo essenziale a coinvolgere un sempre maggior numero di persone e a imporre questi temi all'attenzione di tutti. La decisione di rendere permanente Youth4Climate è un segnale importante che condivido in pieno.

Analoghe considerazioni valgono poi per la Conferenza per il futuro dell'Europa, nell'ambito della quale sono state avviate iniziative per la partecipazione dei giovani.

Ma non è meno importante attivare canali di ascolto su questioni cruciali di politica interna. Poiché le decisioni di oggi, come ad esempio quelle sulle pensioni, incideranno profondamente sul presente e soprattutto sul futuro dei giovani, dobbiamo sempre tenere presente ed attuare il principio fondamentale di solidarietà ed equità intergenerazionale. Non possiamo scaricare gli oneri delle scelte o delle mancate scelte attuali sulle nuove generazioni, di cui dobbiamo invece ascoltare la voce, con attenzione e dando risposte adeguate.

In questa prospettiva, la Camera ha, in questa legislatura, rafforzato le forme di dialogo ed incontro con i minori, riportate in un apposito Portale per i giovani. In particolare, ogni anno si svolgono il progetto "Lezioni di Costituzione" e il Concorso "Parlawiki", oltre alle frequenti Giornate di formazione.

Nei primi mesi della legislatura ho poi sottoscritto, con i Ministri della giustizia e dell'istruzione, un Protocollo d'intesa per lo sviluppo dell'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza e della conoscenza della Costituzione, che prevede l'organizzazione di incontri nelle scuole e negli Istituti penali minorili. Confido che anche questi incontri possano riprendere presto in presenza.

Voglio infine ricordare che il 20 novembre 2019, in occasione del 30° anniversario della Convenzione della Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, insieme ai rappresentanti di tutti i Gruppi parlamentari abbiamo svolto con la collaborazione dell'Unicef una "Capigruppo dei ragazzi". Abbiamo inteso in questo modo ascoltare direttamente da loro quali sono le priorità da porre al centro dell'agenda politica nazionale.

Concludo. Sono certo che, anche con la collaborazione dell'Autorità Garante e delle competenti strutture del Governo, potremmo affinare e rafforzare gli strumenti che ci consentano di rendere i bambini e i ragazzi cittadini già oggi, senza attendere il futuro prossimo.

Vi ringrazio.