28/03/2022
Brdo pri Kranju (Slovenia)

Conferenza dei Presidenti del Parlamenti dell'Unione Europea - I Sessione 'Il Ruolo dei Parlamenti nelle politiche dell’emergenza – Costruire la resilienza per una governance democratica'

Cari colleghi,

desidero anzitutto ringraziare i Presidenti Zorčič e Kovšca per la perfetta organizzazione di questa Conferenza, la prima in presenza dallo scoppio della pandemia.

Il tema oggetto di questa sessione è di straordinaria importanza ed investe il cuore del funzionamento delle nostre democrazie in un'epoca contrassegnata da una successione di crisi.

In passato i nostri Parlamenti si erano dimostrati a più riprese capaci di utilizzare gli strumenti e le procedure a disposizione nei rispettivi ordinamenti per rispondere in modo efficace e tempestivo a gravi situazioni di emergenza. Penso a eventi naturali catastrofici, anche collegati ai cambiamenti climatici, crisi finanziarie e conflitti internazionali.

Nell'ultimo biennio tuttavia le nostre Assemblee sono state poste di fronte a sfide di portata straordinaria.

Dapprima, la pandemia da Covid-19 ha generatoun'emergenza sanitaria, sociale ed economica che ha imposto l'adozione di misure eccezionali di prevenzione e poi di ristoro e rilancio delle attività produttive.

Nelle ultime settimane siamo stati poi chiamati tutti ad assumere interventi di grandissima rilevanza politica e giuridica per sostenere l'Ucraina e le sue libere istituzioni democratiche a fronte dell'ingiustificabile attacco da parte della Federazione russa.

In situazioni inedite e gravi come queste, i Parlamenti europei hanno dato prova di fornire prontamente le risposte necessarie ai cittadini e a gestire le emergenze, fin dal primo momento, secondo le rispettive competenze. Ciò sia attivando tempestivamente tutti gli strumenti di indirizzo e controllo sull'operato dei rispettivi Governi sia esercitando le funzioni legislative.

Si è trattato di un segnale molto importante di vitalità dei nostri sistemi democratici e di centralità dei Parlamenti, che testimonia la loro vicinanza alla cittadinanza di cui sono espressione.

Proprio la gravità delle situazioni da affrontare, la straordinarietà delle misure necessarie e il loro potenziale impatto sui diritti delle persone esigono che i Parlamenti rappresentino le istanze di tutti i cittadini e siano garanti dei loro diritti, verificando il rispetto dei principi costituzionali e la necessità e proporzionalità dei provvedimenti adottati.

Questo fondamentale principio della continuità delle istituzioni parlamentari è stato attuato dalle nostre assemblee anche nei più gravi momenti di emergenza. Ed è applicato quotidianamente, in modo degno di ammirazione, dal Parlamento ucraino, che ha continuato ad esercitare le sue funzioni persino sotto i bombardamenti.

Voglio richiamare brevemente l'esperienza in questo contesto del Parlamento italiano.

Per quanto riguarda specificamente la pandemia, la Costituzione italiana - a differenza di quelle di altri Paesi - non disciplina espressamente lo stato di emergenza, richiedendo che anche le situazioni eccezionali siano gestite con gli strumenti ordinari.

L'Italia - primo paese europeo ad essere stato colpito in modo massiccio dal contagio - ha fatto dapprima fronte all'emergenza con gli strumenti ordinari previsti dalla legislazione in materia di protezione civile. Sulla base di questa normativa, è stato il Governo a dichiarare lo stato di emergenza e ad adottare le prime misure di contenimento della malattia. Ben presto abbiamo compreso che l'ampiezza e la gravità dei provvedimenti necessari richiedevano un diretto coinvolgimento del Parlamento. Si è quindi intervenuti con decreti legge, strumenti normativi d'urgenza emanati dal Governo, ma che debbono essere convertiti dal Parlamento in legge entro 60 giorni dalla loro emanazione.

Attraverso questa via, l'emergenza è stata in gran parte "parlamentarizzata" con la definizione per legge dei contenuti generali e dei limiti dei provvedimenti per fare fronte alla crisi sanitaria ed economica. Successivamente la stessa proroga dello stato di emergenza è stata disposta con norme di rango legislativo approvate dal Parlamento. A questo si è accompagnata un'intensissima attività di controllo sull'operato del Governo sia in sede di Assemblea che di Commissioni, attraverso un lavoro quasi quotidiano di sindacato ispettivo e di informazione sull'andamento del contagio.

L'attività in presenza del Parlamento non si è mai fermata, grazie ad una riorganizzazione degli spazi per garantire il rispetto delle misure sanitarie: siamo così riusciti ad assicurare il pieno funzionamento della nostra democrazia, fondamentale anche dal punto di vista simbolico per dare ai cittadini una prospettiva di speranza nel tunnel della pandemia.

Venendo alla guerra in Ucraina, la Camera, come pure il Senato, ha approvato a larghissima maggioranza una risoluzione che esprime la più netta condanna per l'invasione, quale evidente violazione dei più basilari principi del diritto internazionale e gravissimo attentato all'indipendenza, sovranità e integrità territoriale di uno Stato. La risoluzione inoltre richiede interventi di assistenza umanitaria, economica e di qualsiasi altra natura che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione.

In questa prospettiva sono già stati adottati dal Governo italiano provvedimenti d'urgenza, recanti misure di sostegno concrete, che le Camere stanno esaminando in questi giorni.

Lo scorso 22 marzo si è poi svolto, nell'aula della Camera, un incontro in videoconferenza dei deputati e senatori italiani con il Presidente della Repubblica ucraina, Volodymyr Zelenskyy.

Abbiamo inteso così testimoniare nel modo più solenne la vicinanza e il sostegno all'Ucraina e alle sue libere istituzioni democratiche. Ed unirci, in una ideale catena di solidarietà, ai parlamenti di altri Paesi innanzi ai quali Zelenskyy era già intervenuto.

Le Camera ha inoltre svolto e svolgerà informative di Ministri su specifici aspetti del conflitto in Ucraina.

La Commissione esteri, per parte sua, è convocata in via permanente e sta svolgendo, in taluni casi in congiunta con la Commissione difesa, audizioni di rappresentanti del Governo e di Istituzioni nazionali e sovranazionali nonché incontri in videoconferenza con l'omologa commissione del Parlamento ucraino e quelle di altri Parlamenti dell'Unione Europea.

Anche le altre commissioni svolgono attività conoscitive sull'impatto della crisi ucraina nei settori di competenza.

Intendiamo in questo modo non soltanto esercitare le prerogative parlamentari in materia di politica estera e di difesa ma anche aiutare il coraggioso popolo ucraino a resistere alla barbara azione militare.

In conclusione, credo che il momento storico che stiamo attraversando ci imponga una riflessione che investe lo stato delle nostre democrazie, i loro rapporti e il ruolo delle nostre assemblee.

Nessuna democrazia può salvarsi da sola, senza la solidarietà e il collegamento con le altre democrazie.

E da questo punto di vista l'Unione europea ha dato prova di coesione grazie a un confronto costruttivo al suo interno. Ma è un punto di partenza, perché serve fare ulteriori passi in avanti: penso al settore dell'energia. Sono convinto serva una Unione europea dell'energia e quindi fare maggiormente sistema. E penso in generale alla necessità di cementare politicamente la nostra Unione sotto diversi aspetti.

In questo contesto va rimarcata inoltre la centralità dei parlamenti che hanno dimostrato essere punti di riferimento e che attraverso un ascolto costante delle istanze dei cittadini, l'impegno a dare risposte adeguate e l'innovazione potranno fortificare quel legame di fiducia essenziale per la vitalità della democrazia.

Questa giornata è, se possibile, ancora più significativa di altri nostri precedenti incontri. È una giornata importante perché è una giornata in cui, insieme, possiamo ribadire e costruire il concetto di pace, e dunque di politica europea, in modo da dare valore a tutto ciò che insieme abbiamo fatto e continueremo a fare insieme.

Vi ringrazio.