09/05/2022
Aula di Montecitorio

Celebrazione del Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo

Saluto il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, i rappresentanti del Governo, il Presidente della Corte costituzionale, i familiari delle vittime del terrorismo e delle stragi, e tutti i presenti e coloro che ci seguono a distanza.

Anche quest'anno ci ritroviamo in un'aula parlamentare per una delle ricorrenze più importanti e cariche di significato per la nostra comunità nazionale.

Lo facciamo anzitutto per rinnovare l'omaggio alle tante vittime di una violenza insensata ed atroce che ha insanguinato molti decenni della nostra storia, segnandone l'evoluzione politica e sociale.

Esponenti delle istituzioni, della magistratura, delle forze dell'ordine, del sindacato, del mondo produttivo, dell'università, della stampa che furono uccisi, feriti o pesantemente minacciati per il loro senso del dovere, la fedeltà alla Repubblica, l'integrità morale e professionale.

Ma anche tante persone comuni, vittime della violenza cieca in attentati e scontri di piazza.

Siamo qui oggi anche per ribadire la piena vicinanza e la solidarietà ai congiunti di tutte le vittime e alle loro associazioni, che hanno tenuto viva la memoria e ricercato la verità storica e giudiziaria con un impegno costante e infaticabile. A voi la profonda riconoscenza delle istituzioni.

Il vostro impegno civile è uno dei cardini della vita democratica ed è un esempio per le nuove generazioni perché avete saputo chiedere giustizia, anche con veemenza, senza mai cadere nella tentazione della vendetta.

Anche grazie al vostro contributo, la Repubblica ha superato le stagioni terroristiche ed eversive non derogando ai principi dalla Costituzione, non rinunciando alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali.

Tra breve ascolteremo la testimonianza di alcuni di voi, familiari dei caduti in atti terroristici. Vittime di una violenza estremista ed eversiva di matrice diversa, accomunata dalla efferatezza, dal rifiuto della dialettica e dei valori democratici. Giunta, in taluni casi, a sviluppare un perverso connubio con la criminalità organizzata per sovvertire le istituzioni democratiche.

Di quella stessa violenza atroce e cieca è espressione anche il terrorismo internazionale in tutte le sue manifestazioni. Un pensiero commosso va oggi in particolare al piccolo Stefano Gaj Taché, ucciso nel vile attacco condotto, nell'ottobre di 40 anni fa, alla Sinagoga di Roma. Rinnovo la vicinanza mia e della Camera dei deputati ai suoi familiari, qui presenti oggi, alle altre persone che rimasero ferite e a tutta la Comunità ebraica.

Oltre a tenere viva la memoria delle vittime e alla riconoscenza verso i loro familiari, la ricorrenza odierna ha anche un ulteriore importante significato.

Quello di rinnovare la coesione di tutta la comunità nazionale intorno ai valori democratici condivisi, previsti dalla Costituzione.

Istituzioni, partiti, sindacati e gli altri corpi intermedi come pure i cittadini hanno respinto, senza esitazioni, la logica della intolleranza, dell'odio, della prevaricazione sull'avversario o presunto tale.

Non abbiamo ceduto alle sirene di coloro che, per infatuazione ideologica, cinico calcolo, viltà giustificarono o addirittura fiancheggiarono il terrorismo e l'eversione.

In coerenza con questo spirito, dobbiamo oggi rinnovare anzitutto l'impegno a fare piena luce sulle tante pagine ancora oscure di quegli anni, superando i depistaggi, le complicità e le omissioni posti in essere anche da parte di apparati dello Stato.

Ricostruire la verità - storica e giudiziaria - ed assicurare la giustizia non è soltanto un imperativo morale ma un dovere imposto dal Patto sociale su cui si fonda la nostra Costituzione.

Un dovere il cui adempimento è condizione essenziale per consolidare la fiducia dei cittadini verso le Istituzioni e rendere quindi più forte la nostra democrazia.

La Camera ha intrapreso un percorso in questa direzione attraverso la progressiva declassificazione e pubblicazione di tutti gli atti formati o acquisiti dalle commissioni parlamentari di inchiesta.

Circa 15mila documenti di archivio, di cui 917 atti declassificati e 293 resoconti desecretati, sono consultabili nel Portale delle commissioni di inchiesta che abbiamo fortemente voluto per assicurare la massima conoscibilità di questi atti.

Tra questi, oltre 200 documenti declassificati della Commissione SIFAR, circa 1000 documenti della Commissione Moro, e 18 della Commissione monocamerale di inchiesta su terrorismo e stragi.

Considero inoltre fondamentale proseguire l'impegno per la effettiva attuazione delle direttive adottate dai Presidenti del Consiglio dei ministri - l'ultima delle quali emanata nell'aprile dello scorso anno - sulle desecretazioni.

Mi avvio alla conclusione rivolgendo un pensiero ai ragazzi e alle ragazze qui presenti, due dei quali prenderanno tra poco la parola.

Sono certo che la giornata di oggi contribuirà a farvi comprendere il senso e le responsabilità delle vicende degli anni di piombo.

A darvi la piena consapevolezza che i diritti, le libertà, la democrazia, garantiti dalla Costituzione, figlia della Resistenza, non sono per sempre. Sono stati nei decenni passati difesi strenuamente dalle generazioni che vi hanno preceduto e richiedono di essere protetti ogni giorno da ogni tipo di minaccia.

Di fronte a nuovi potenziali pericoli per la convivenza civile e per le nostre democrazie, dobbiamo fare scudo dimostrando di aver appreso la lezione e l'esempio civile di coloro che ricordiamo qui oggi.

Vi ringrazio.