02/07/2020
Montecitorio, Sala della Regina

Presentazione - in diretta streaming sulla WebTV della Camera dei deputati - della Relazione annuale dell'Autorità nazionale anticorruzione

Buongiorno a tutti e a tutte

Saluto il Presidente Francesco Merloni e tutti i componenti del Consiglio dell'Autorità nazionale anticorruzione,

Saluto i colleghi parlamentari, i ministri e le autorità presenti.

La presentazione della relazione dell'ANAC - analogamente a quella di altre autorità indipendenti - quest'anno si svolge con modalità particolari vista l'adozione delle misure necessarie per la prevenzione della diffusione del contagio. Si tratta di un momento significativo per fare il punto su un fenomeno, come quello della corruzione che, malgrado i provvedimenti adottati negli ultimi anni e l'impegno dell'ANAC, rimane purtroppo una piaga nel nostro Paese. Ne mina infatti alla radice lo sviluppo, l'occupazione, l'equità, la giustizia e la coesione sociale, la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e la credibilità internazionale.

Voglio ricordare un dato: l'Indice di Percezione della Corruzione di Transparency International vede l'Italia nel 2019 al 51° posto su 168 Paesi nel mondo. Serve dunque ancora un impegno deciso a 360 gradi nel contrasto alla corruzione, anche se si è registrato un miglioramento di due posizioni negli ultimi anni: ci stiamo infatti gradualmente allontanando dagli ultimi posti - nel 2015 eravamo al 61esimo - ma rimaniamo agli ultimi posti nell'Unione europea.

È tanto più importante parlare di questo fenomeno oggi, in uno dei periodi più delicati e complessi che il nostro Paese si è trovato vivere nella sua storia a causa dell'emergenza sanitaria e del suo impatto sull'economia. In questo contesto la necessità di agevolare e promuovere la ripresa delle attività produttive, anche attraverso la semplificazione del quadro normativo, hanno finito per chiamare in causa direttamente il ruolo dell'ANAC.

Devo a questo riguardo sottolineare come l'Autorità sia riuscita a contemperare la tutela degli interessi pubblici che le sono affidati con le particolari esigenze di amministrazioni pubbliche e imprese in questo frangente, adottando soprattutto misure per semplificarne i compiti e gli oneri e chiarire la portata della normativa vigente.

Mi riferisco, in particolare, al rafforzamento della vigilanza di tipo collaborativo o ai pareri resi dall'ANAC sulla congruità dei prezzi di prodotti prioritari per fronteggiare l'emergenza, come mascherine, ventilatori e guanti.

Vorrei inoltre richiamare l'attenzione su alcuni dati contenuti nella relazione di quest'anno che traccia un bilancio dell'attività svolta dall'Autorità vista anche la prossima scadenza del mandato del Consiglio. Dati che mi hanno particolarmente colpito perché rendono efficacemente la portata e la gravità del fenomeno corruttivo.

Faccio riferimento anzitutto all'analisi approfondita che l'ANAC ha svolto in merito ai provvedimenti emessi dall'Autorità giudiziaria nell'ultimo triennio in esito ad indagini per ipotesi di corruzione nel settore degli appalti pubblici.

Mi ha impressionato in particolare un dato: su 113 vicende corruttive inerenti l'assegnazione di appalti nel triennio considerato, solo il 18% dei casi riguardava affidamenti diretti nei quali l'esecutore viene scelto discrezionalmente dall'amministrazione ed è dunque teoricamente più elevato il rischio di pratiche illecite. Nel restante 82% dei casi la corruzione si è realizzata malgrado fossero state espletate procedure di gara. Questo rivela una raffinata e preoccupante capacità di adattamento delle condotte criminali alle procedure imposte dalla legge per gli appalti di maggiore importo.

Non meno inquietante è un altro aspetto che emerge da questa analisi: quello della "smaterializzazione" della tangente: il denaro continua ad essere il principale strumento dell'accordo illecito. Ma crescono altre forme di contropartita quale l'assunzione di coniugi, parenti o altre persone legate al corrotto o l'assegnazione di consulenze e incarichi professionali nonché benefit come benzina, pasti, pernottamenti, ristrutturazioni edilizie, riparazioni, servizi di pulizia e persino le prestazioni sessuali.

Si tratta di tendenze estremamente preoccupanti perché, per un verso, rivelano quanto sia mutevole ed insidioso il fenomeno corruttivo. E come non basti ad arginarlo il ricorso a procedure teoricamente più trasparenti e meno discrezionali.

Per altro verso, emerge un malcostume ancora diffuso che favorisce - anche per somme o utilità modeste - lo scambio illecito a detrimento della intera collettività.

Un altro importante elemento posto in rilievo dalla relazione attiene infine agli strumenti per la prevenzione dei conflitti di interesse. Il rapporto fa emergere - ugualmente a quanto accaduto lo scorso anno - l'insufficienza dei poteri attribuiti in materia all'ANAC e pone dunque al Legislatore l'esigenza di valutare l'adozione di eventuali misure in materia.

Interessante appare anche quanto la relazione riporta con riferimento all'impatto di alcune recenti innovazioni legislative: è in particolare il caso dell'istituto del whistleblowing che ha registrato nel corso del 2019 una crescita esponenziale: si è passati dalle 125 segnalazioni del 2015 alle 873 del 2019.

La relazione tuttavia rivela anche che il numero molto elevato di archiviazioni registrate (più di 600) dimostra come gli autori delle denunce non abbiano del tutto compreso la finalità dell'istituto, denunciando spesso fatti di scarsa rilevanza.

Ciò ci richiama ancora una volta alla necessità di far seguire all'introduzione di importanti innovazioni normative anche una loro adeguata spiegazione e una formazione dei soggetti interessati.

Questi elementi - e i molti altri contenuti nella relazione - ci confermano che la corruzione rimane non soltanto una fonte di dispersione delle risorse pubbliche. Ma disincentiva gli investimenti, anche esteri, altera la concorrenza tra le imprese a favore di quelle più disoneste.

Un fattore che può compromettere la possibilità di rilanciare - dopo la crisi determinata dall'epidemia - la nostra economia su nuove basi sostenibili e innovative.

L'Unione europea si appresta a mettere a disposizione dei Paesi membri risorse molto ingenti per superare la crisi attuale.

Non possiamo permetterci che l'impatto di questi fondi sia pregiudicato dalla corruzione e dalle infiltrazioni della criminalità organizzata.

La vera lotta alla corruzione passa attraverso la consapevolezza che il rispetto delle regole è condizione per il benessere di tutta la comunità. E attraverso la condanna pubblica ed individuale non soltanto delle condotte criminose ma di ogni comportamento e atteggiamento complice, indulgente, assolutorio, compiacente che costituisce di esse il retroterra fertile.

Vi ringrazio.